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Prima Prova Maturità 2019 su Giovanni Pascoli: tracce e svolgimenti per ripassare

18 giugno 2019

Prima Prova 2019: possibili svolgimenti di traccia su Giovanni Pascoli per la Maturità

Ad un passo dalla Maturità 2019, che inizia domani con la Prima Prova 2019, la ricerca su chi potrebbe essere uno degli autori di analisi del testo s'intensifica. Tra anniversari, ricorrenze e indizi del Miur i nomi sono tanti ma quello che ricorre con una certa frequenza è Giovanni Pascoli, uno degli autori più studiati a scuola e su cui potrebbe uscire una traccia che farebbe contenti tanti maturandi. Ma cosa scrivere se dovesse uscire un estratto di una sua
opera? Noi di ScuolaZoo abbiamo preparato per voi una guida completa all'autore con possibili svolgimenti di traccia. Quali sono gli altri autori più gettonati per la Mauturità 2019 da ripassare assolutamente? Non perdete:

Maturità 2019 Prima prova Giovanni Pascoli: quale traccia uscirà?

Nel presentarvi una traccia, il Miur potrebbe proporvi una tipologia A, chiedendovi, a fronte di un testo, di analizzarlo rispondendo alle domande, o ancora una tipologia B, in cui vi chiederà di stendere un testo argomentativo sull’autore, partendo dalla traccia proposta, o infine una tipologia C, nella quale vi verrà chiesto, con l’aiuto di alcuni documenti, di creare un testo argomentativo.

Tracce Prima prova maturità 2019: la biografia di Giovanni Pascoli

Pascoli nasce a San Mauro di Romagna nel 1855, ricevendo sin da giovane una formazione di stampo fortemente classico. La sua gioventù è segnata da eventi tragici: a soli 12 anni subisce prima la morte del padre, poi la madre, la sorella e due fratelli l’anno successivo. Si avvicina quindi allo studio della letteratura, laureandosi a Bologna e successivamente avvicinandosi al Socialismo, da cui si allontana qualche anno dopo per essere finito in carcere dopo una manifestazione. Finisce quindi per insegnare in vari licei, vivendo con le sue due sorelle superstiti con cui va a costituire il nucleo familiare perso da giovane: tutto ciò lo allontana però dalla scena sociale e lo fa rinchiudere nel pessimismo. Quando la sorella Ida si sposa e Giovanni Pascoli vede in questo un tradimento del nido familiare:soggiorna a Castelvecchio dove trascorre una vita ritirata e diventa un professore universitario a Bologna, consolidando la sua fama da poeta. Nel 1911 pronuncia, da figura di spicco del panorama italiano, il discorso “la grande proletaria si è mossa” con cui esprime appoggio alla guerra coloniale. Muore nel 1912 a Bologna.

Tracce Prima prova maturità 2019: poetica e pensiero di Giovanni Pascoli

Il Pascoli incentra la sua poetica sul Decadentismo, pensiero letterario di fine Ottocento, basandosi su un ritorno verso l’irrazionale dopo il Positivismo. Della sua formazione positivista rimane nella poesia di Giovanni Pascoli la precisione nell’uso dei nomi di animali e piante e l’attenzione alla correttezza scientifica. Ciononostante, in lui si riflette anche la crisi scientifica tipica del fine ‘800, sfociante nello Spiritualismo: non è più solo la scienza il mezzo di conoscenza, e da qui si apre all’ignoto e al mistero e cerca di decifrare i messaggi enigmatici della natura. Il poeta carica gli oggetti di significati simbolici, rimandando al mistero, con la conoscenza che diviene intuizione, misticismo, non più scienza. Oltre a ciò, il pensiero del Pascoli è prettamente di stampo pessimista: la vita umana è dominata da ansie, dal dolore, dal male: gli uomini devono ricercare la “fratellanza”, in quanto vittime di un destino crudele e comune, e devono unirsi contro le asperità dell’esistenza. La sofferenza per Pascoli purifica ed eleva l’uomo, che dal dolore deve saper approdare al perdono: rievocando nelle sue poesie, ad esempio, l’uccisione del padre, il Pascoli si presenta come una delle vittime del male del mondo. Infine, la poesia: per egli deve essere “pura”, estetica, non deve avere fini pratici, ma rappresentare, creare qualcosa di bello. Proprio diventando tale, assume una valenza sociale e morale, rasserenando gli animi e promuovendo la fratellanza e la non violenza: essa è portatrice di un messaggio di utopia umanitaria. Particolare risalto, infine, va dato alla poetica del “fanciullino”: per Pascoli il poeta deve porsi con stupore dinnanzi alle cose (come un fanciullino), esprimere un nuovo linguaggio per rappresentarle, seguire una conoscenza quasi irrazionale, immaginifica ed intuitiva nel percepire questo mondo, che gli permette di creare una rete di corrispondenze simbolista tra le cose che vede e quelle che coglie in esse. Il poeta è un veggente, ha una visione largamente più acuta di tutti gli altri uomini sul mondo.

Tracce Prima prova maturità 2019: opere più importanti di Giovanni Pascoli

  • Myricae, prima raccolta di poesie del Pascoli. Il titolo rispecchia la volontà di mettere al centro delle sue poesie le piccole cose: Myricae raccoglie in prevalenza componimenti brevi, che ritraggono la vita campestre e la natura attraverso immagini, suoni, colori e impressioni.
  • Poemetti, raccolta di componimenti più ampi, con tono meno lirico. Sono racconti in versi in cui il poeta celebra la piccola borghesia campestre, ricca di valori: la vita contadina è per il poeta rifugio dai mali moderni, un mondo protetto in cui rifugiarsi.
  • Canti di Castelvecchio, una raccolta rifacentesi alle Myricae. Ivi ritornano le immagini naturali e la vita di campagna, con un ritorno anche ai versi brevi: nella natura il poeta cerca una consolazione al dolore; lo capiamo dalla riproposizione dei temi del lutto familiare e della morte.
  • Poemi conviviali, poemetti dedicati a personaggi mitici e della storia antica, dalla Grecia al Cristianesimo. In questi poemetti il linguaggio di Pascoli mira ad imitare la poesia classica, portandola però in lingua italiana.
(Immagini: Wikipedia)
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