Un gruppo di ricercatori delle università di Princeton, New York e Illinois, ha pubblicato uno studio sugli stereotipi di genere. L'analisi è riuscita a individuare il momento esatto nel quale l'autostima di una persona, nel caso specifico delle bambine, inizia il suo declino verso una condizione di presunta inferiorità.
Stereotipi di genere: il campione della ricerca
Il campione dello studio era costituito da 400 bambini di età compresa tra i 5 e i 6 anni. Prima dei sei anni le risposte date da maschi e femmine in relazione al loro genere sono sostanzialmente identiche. Dai sei anni in poi la situazione cambia: accade, in pratica, che le bambine iniziano a pensare di valere meno dei loro coetanei di sesso opposto, di non avere lo stesso talento, di non essere altrettanto brillanti.
Nella prima tipologia di domande poste ai bambini, si raccontavano delle storie nelle quali il protagonista era un personaggio furbo, geniale e talentuoso. Poi si chiedeva di individuare se fosse un maschio o una femmina scegliendo tra due figure maschili e due femminili che venivano proposte. I bambini di cinque anni rispondevano si trattasse di un maschio, mentre le bambine che doveva essere sicuramente una femmina. A sei anni, invece, se i bambini continuavano a fornire la stessa risposta, le bambine avevano cambiato idea: finivano con l'indicare pure loro una delle due figure maschili.
Stereotipi di genere: un altro esperimento
Nella seconda parte dello studio, sono stati proposti ai bambini due giochi da tavolo: il primo per bambini "molto intelligenti", il secondo per bambini "che si impegnano al massimo". Le bambine di sei anni dimostravano maggiore interesse nei confronti del secondo gioco.
Cosa succede quindi alle bambine di sei anni? Perché iniziano a sentirsi meno dei bambini? La ricerca ha dimostrato che con l'esposizione mediatica, l'inizio della scuola e il confronto con l'altro sesso, le bambine iniziano ad assorbire l'idea, insita nella nostra società, che la genialità sia una qualità riconducibile ai maschi, non alle femmine.
Un calcio all'autostima della bambine
Silenzioso e quasi indolore, invisibile come un soffio di vento, il concetto si incolla in testa e non si stacca più. Così più passa il tempo, più il termine successo tende ad associarsi a figure maschili. E, conseguenza inevitabile, le carriere che presuppongono l'ingegno come componente per riuscire, diventano prerogativa degli uomini. Basti pensare a chi occupa le posizioni di vertice a livello globale per capire quanto tutto questo sia tristemente vero.
Ovviamente, a cinque anni non si pensa ancora alla carriera, sebbene la frase più gettonata coi bambini sia "Cosa vuoi fare da grande?". Ma, come i ricercatori hanno voluto sottolineare, "è come una valanga che parte da un grumo di neve grande quanto un pugno". Alla fine, ti sotterra. Perché l'autostima influenza indubbiamente l'apprendimento. Se credi in te stesso, riesci a raggiungere traguardi strepitosi. A superarti, ad andare oltre i tuoi limiti. Se pensi di non essere all'altezza, non solo non ci crederai, ma non ci penserai nemmeno.
Stereotipi di genere: una soluzione possibile?
Riuscire a eliminare dalle menti la frase "è roba da maschio/femmina" è davvero complicato. Il suggerimento che i ricercatori hanno dato è quello di provare a comportarsi in modo univoco con i bambini, a prescindere dal sesso. Ad esempio, si potrebbe smettere con l'idea di associare il rosa alle bambine e il celeste ai bambini. Si potrebbe smettere di far crescere la bambine col pensiero che devono essere sempre carine e compiacenti. Invece i bambini possono essere creativi fin dall'asilo, giocando con costruzioni, martelli e modellini di ogni genere.
Un buon punto di partenza per scardinare una componente sociale più che radicata, liberare i pensieri dallo stereotipo e permettere ad ogni bambina di poter credere, fin da subito, di poter diventare anche lei una Samantha Cristoforetti.