Il test Pisa, a cui sono stati sottoposti dei ragazzi di seconda superiore, presentava una tabella su dei dati relativi ad un vaccino seguiti da una breve descrizione. Insomma, nessuna frase complicata o parole particolarmente difficili da comprendere, eppure non tutti i ragazzi sono stati in grado di coglierne il significato. Anzi Serianni fa notare che ben il 44% degli studenti del Meridione non ha compreso a fondo la tabella: una percentuale che si è rivelata estremamente più bassa nelle regioni del Nord – Est d’Italia, ma ancora troppo abbondante per un testo che sicuramente è più facile da comprendere che un qualsiasi articolo di quotidiano .
Fai il test: Quanto conosci la lingua italiana?
[caption id="attachment_212403" align="aligncenter" width="562"] La vignetta di FumEddy per ScuolaZoo. Seguitelo su Facebook, Twitter e Instagram[/caption]Serianni afferma che"probabilmente è stata colpa dello stress che solitamente i ragazzi accumulano in vista del test, tuttavia i ragazzi delle superiori davanti ad un articolo di giornale, che ormai dovrebbero essere in grado di comprendere totalmente, spesso incontrano parole che non conoscono già a partire dalle prime frasi." Un fatto inquietante che fa notare la loro deficienza di linguaggio e che dimostra che la loro conoscenza in fatto di vocaboli italiani non si amplia molto da quando iniziano la prima elementare, quando conoscono a malapena 2000 parole.
Serianni passa quindi ai consigli. Cosa fare per far imparare l’italiano ai ragazzi quindi? A suo parere a scuola bisognerebbe insistere di meno sull’aspetto grammaticale della lingua (come sull’analisi logica) e bisognerebbe insistere di più su quello lessicale, i ragazzi inoltre dovrebbero fare più riassunti per sviluppare la capacità di cogliere il significato del testo e scrivere frasi di senso compiuto e inoltre, leggere, leggere e ancora leggere libri, riviste, quotidiani e magari, anche a scuola, sostituire ogni tanto i tomi di letteratura italiana con saggi di economica, storia della scienza o geoeconomia. Un’ulteriore idea sarebbe quella di dare da studiare ai ragazzi una lista di vocaboli “da salvare” come si fa per le lingue straniere, suggerisce Serianni.
E anche se il web e i social network sembrano aver migliorato il livello dell’italiano di molti ragazzi, Serianni c’insegna a stare attenti anche qui perché quello utilizzato sul web “ è un italiano diverso da quello argomentativo. Sicuramente non fa danno e favorisce il gioco di parola, che è pur sempre un esercizio linguistico, ma nessuno parla e scrive sempre la stessa lingua".