Cellulare vietato in classe: la sperimentazione in un liceo di Piacenza
Dite la verità, quante ore passate con gli
occhi incollati allo smartphone? Per carità, non iniziate a sbuffare: qui nessuno vuole colpevolizzarvi, ma si sa che abbiamo tutti l'abitudine trascorrere troppo tempo
tra chat e social network. È un bene o un male? Difficile dirlo: nell'eterna discussione che mette a confronto
"vita reale" e "vita virtuale" (qualunque cosa vogliano significare queste due espressioni), uno dei capitoli più dibattuti riguarda l'
uso del cellulare a scuola. Il
Miur ha dato il
via libera all'uso dello smartphone in classe (solo per scopi didattici), ma in un
liceo di Piacenza la pensano diversamente: quando si entra scuola, i
dispositivi elettronici vengono bloccati e non c'è possibilità di sfuggire! L'incantesimo è degno di Harry Potter e si chiama
Yondr. Ecco cosa sapere sulla sperimentazione di Piacenza e sulla tecnologia che potrebbe bloccarvi le ore di lezione passate su Instagram a stalkerare i tipi e le tipe che vi piacciono... tremate già di paura?
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Foto: Pixabay[/caption]
A Piacenza smartphone bloccati in classe: ecco cosa succede
Da pochi giorni è iniziata la scuola e già tante sono le novità per l'
anno scolastico 2018/2019, a partire dalla sperimentazione del
liceo paritario cattolico San Benedetto di Piacenza, che ha trovato il modo di utilizzare una
tecnologia super innovativa per evitare che gli studenti usino il
cell in classe: Yondr. Di cosa stiamo parlando? Negli Stati Uniti questa tecnologia ideata da
Graham Dugoni è già una realtà da alcuni anni, e viene utilizzata sopratutto durante occasioni sociali quali
concerti, proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali e persino
matrimoni.
In pratica ai partecipanti viene fornito un
sacchettino in neoprene, all'interno del quale riporre il cellulare. Il materiale è in grado di
schermare completamente lo smartphone, rendendo inutilizzabili rete telefonica e internet. Inoltre il sacchetto può essere sbloccato solo un dispositivo apposito, che in genere è in possesso di una persona sola, come se si trattasse di un
sistema anti-taccheggio di quelli utilizzati nelle grandi catene di negozi.
Ovviamente una tecnologia del genere non poteva non arrivare
anche a scuola, a Piacenza, dove il dibattito sull'uso del cellulare in classe è sempre molto acceso.
Il docente della prima ora di lezione ha già iniziato a chiudere tutti i cellulari nella custodia schermante, che viene poi aperta sono al termine della giornata. Gli studenti possono scegliere di tenere il dispositivo con sé oppure lasciarlo in un'apposita sacca, ma in ogni caso non possono utilizzarlo durante le varie lezioni e nemmeno nel corso della
ricreazione.
Il
preside Fabrizio Bertamoni ha però affermato di non essere contrario di per sé alla tecnologia: "Siamo la prima scuola phone-free d’Italia. Non lo consideriamo né un’imposizione né un divieto. Siamo invece convinti che sia un’opportunità per i nostri studenti di poter andare oltre. Personalmente ritengo che le potenzialità di questi strumenti siano talmente alte che i più giovani fatichino a comprenderle a pieno, rischiando talvolta di farne un uso improprio ma questo penso valga anche per noi adulti."
Come la prenderanno invece gli alunni, a lungo andare? Sarà sicuramente vero che bloccare una
distrazione del genere aiuterà a migliorare i risultati scolastici, la condotta o semplicemente l'interazione tra i ragazzi? E dal punto di vista personale, se non proprio di quello legale, siamo proprio sicuri che non si tratti di un'
imposizione? Infine se un genitore dovesse avere bisogno di chiamare il figlio (o il contrario) per un'urgenza, l'utilizzo di Yondr non farebbe perdere tempo prezioso?
Di una cosa però possiamo essere sicuri: a Piacenza gli studenti staranno già studiando metodi più o meno astuti per
eludere il provvedimento. Tra finti smartphone, cellulari di riserva e contromosse hi-tech - artigianali secondo noi la partita è tutt'altro che chiusa.
Foto Copertina: Pixabay