Coronavirus, scuola e studenti: l'impatto dell'emergenza sugli studenti e cosa succederà nei prossimi mesi
Il Coronavirus ha cambiato profondamente la vita degli studenti. A causa del lockdown e della chiusura delle scuole, il mondo dei ragazzi non è più lo stesso e forse non sarà mai più come prima. Ma quali sono stati gli effetti di questa situazione sulla vita delle nuove generazioni? L'osservatorio di OneDay, insieme alla Helpline di
Terre des Hommes, ha attivato una campagna di ascolto dei ragazzi, attraverso la grande community di ScuolaZoo composta da quasi 10 milioni di ragazzi. Come hanno vissuto il lockdown gli studenti? E com'è cambiata la scuola? Cosa succederà dopo? Ve lo raccontiamo in questo articolo, spiegandovi i numeri raccolti nel corso di questi mesi.
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(Credits: Unsplash)[/caption]
Cos'è successo dopo la chiusura delle scuole nel mondo?
In questi giorni si è parlato tanto delle differenze tra le decisioni prese nel campo scuola tra i diversi paesi del mondo. La questione ha portato tanti studenti italiani a chiedersi perché. L'osservazione ha evidenziato che con la chiusura delle scuole in tutto il mondo, molti studenti hanno interrotto i loro studi.
Le conseguenze di questa situazione non sono affatto positive: anche se si tratta di brevi periodi di assenza dai banchi di scuola, sicuramente questa mancanza avrà un impatto molto forte sulle conoscenze e sul processo di apprendimento dei ragazzi. Arvid Carlsson, premio Nobel per la medicina, ha realizzato uno studio che i giorni di scolarizzazione sono proporzionali al miglioramento del rendimento di uno studente. Secondo una prima indagine basata su questo studio, si dimostra come 12 settimane di sospensione delle lezioni possano incidere negativamente sulla valutazione di uno studente del -6%. Detto in altre parole, più si allungherà il tempo di assenza dalle lezioni, più la media dei voti si abbassa.
Didattica a distanza: funziona veramente?
Da un giorno all'altro, la scrivania è diventata il vostro banco di scuola e la classe si è trasformata in uno schermo. La didattica a distanza ha messo a dura prova tutti, in particolare le famiglie, che si sono fatte carico di tanti compiti che prima venivano svolti dalla scuola. Ma ciò cosa comporta? Ce lo spiega l'osservatorio di OneDay in questi punti:
- disuguaglianza a causa del tempo che un genitore può dedicare al figlio per aiutarlo con lo studio
- disuguaglianza a causa del grado d'istruzione dei genitori
- disuguaglianza in base alle risorse di cui una famiglia dispone per permettere l'apprendimento
Scuola: l'Italia e lo smart learning
Non è un mistero: la scuola italiana è molto arretrata e non è affatto pronta per fare un upgrade verso il digitale. Con l'emergenza Coronavirus però la conversione si è rivelata necessaria, e la didattica a distanza è stata attivata in maniera troppo sbrigativa e senza le giuste competenze da parte delle scuole e degli alunni. Ciò che è emerso in primo luogo è il famoso
digital divide, di cui si è a lungo parlato. Ma cos'è? In parole semplici è la differenza che si crea tra chi può accedere alla didattica a distanza in maniera adeguata e chi no.
Il divario dipende principalmente dalla qualità della connessione ad Internet, che come sappiamo non è uniforme per tutto il paese.
Quanto sono "smart" i professori italiani?
Chi se lo sarebbe mai immaginato: i professori, per antonomasia negati per la tecnologia, sono diventati improvvisamente esperti di lezioni online! Ma vediamo quanto sono effettivamente "smart" i professori italiani, secondo uno studio del Sole 24 Ore:
- l'84% dei professori ha trovato una scorciatoia alla didattica a distanza optando per una modalità alternativa
- il 33% dei docenti usa materiali già presenti su internet
- il 17% produce dei contenuti ad hoc per i propri studenti
- l'89% degli insegnanti sono favorevoli ad utilizzare software e webcam per tutte le materie non umanistiche (come scienze, matematica, fisica)
Anche il Miur ha cercato di dare una mano ai docenti, stanziando alcuni finanziamenti per migliorare la qualità della didattica a distanza.
Studenti e Coronavirus: gli effetti dell'isolamento e cosa succederà dopo il lockdown
L'Osservatorio di OneDay ha svolto un sondaggio su circa 5mila studenti per capire che tipo di effetti ha avuto l'isolamento su di loro, quali scenari si prospettano nel futuro e che tipo di considerazioni si possono fare dopo due mesi di lockdown. Il dato più importante e su cui conviene fare una profonda riflessione è lo stato d'animo che accomuna la maggior parte di loro: circa il 48% degli studenti si sente più triste da quando è iniziato l'isolamento forzato (solo poco più del 4% non ha vissuto male il lockdown). Ciò ha dimostrato che nonostante i social, i film e le serie TV, i ragazzi hanno bisogno di socialità e contatto con i propri coetanei.
Il lockdown dei giovani: informarsi e socializzare ai tempi del Coronavirus
Con il susseguirsi di notizie e informazioni, rimanere aggiornati sul Coronavirus è diventato sempre più difficile. Ma in che modo si sono informati gli studenti? Secondo il sondaggio, l'88% preferisce il TG, il 58.7% cerca le notizie tramite Google e il 58.3% s'informa tramite i siti di news. Tutta la sfera sociale è stata affidata maggiormente a Whatsapp, seguito da Instagram:
La didattica a distanza vista dagli studenti: sì o no?
Ma come hanno vissuto questo periodo di didattica a distanza gli studenti? I dati sono molto promettenti: il 97,3% dei ragazzi ha seguito le lezioni online ma con qualche differenza:
- il 42.3% degli studenti ha dichiarato che il proprio livello di apprendimento è peggiorato
- il 47.5% non ha avvertito alcuna differenza da quando è iniziata la didattica a distanza
- il 10% dei ragazzi ha notato dei miglioramenti da quando sono inziate le lezioni online
Nello specifico, più della metà dei maturandi ha notato un netto peggioramento nell'apprendimento da quando è iniziato il lockdown.
Compiti e studio con la didattica a distanza: le opinioni dei ragazzi
Il tema dei compiti e delle ore di studio durante il lockdown è uno dei nodi centrali del dibattito sulla didattica a distanza. Il sondaggio dell'osservatorio di OneDay conferma l'opinione più comune tra gli studenti: da quando si è passati alle lezioni online, i compiti sono aumentati (si parla del 75% degli studenti se consideriamo questo dato solo sui maturandi). E il dato che sorprende di più è che il 60% degli studenti (74% dei maturandi) non hanno concluso il programma scolastico. E le preoccupazioni salgono: metà dei ragazzi teme che gli aspetti negativi della didattica a distanza possano influire negativamente sulla valutazione finale.
Cosa succederà dopo il lockdown?
Siamo ormai entrati nella "Fase 2" e se tutto dovesse andare per il meglio, le restrizioni diventeranno sempre meno, permettendo a studenti e giovani di poter riprendere in mano tanti aspetti della loro vita rimasti accantonati in questi mesi. Ma è veramente così? Il 60% degli studenti non vede l'ora d'incontrare gli amici dal vivo e questo influenzerà sull'uso delle piattaforme social.
E la didattica a distanza? Il 77% degli studenti pensa che, una volta tornata la normalità, le lezioni online non continueranno e questa opinione è generata principalmente dal fatto che quasi la metà degli studenti sono convinti che la didattica a distanza sia inutile.