Crisi di governo in Italia spiegata facile
Agosto, mese di vacanze e relax per molti, ma non per i nostri parlamentari, ministri e per il
Presidente della Repubblica. Da poco meno di un mese, infatti, si è aperta in
Italia la
crisi di governo e, anche se la
politica è l'ultimo dei vostri interessi, è probabile che ne sentirete parlare anche nei prossimi giorni e al vostro rientro a scuola.
Cosa è successo in Italia all'ormai ex governo guidato da
Conte, con vicepremier
Salvini e Di Maio? Sarà confermato il nuovo esecutivo, sempre affidato a Conte, ma con alleanza
Movimento 5 Stelle-Pd oppure si andrà ad
elezioni anticipate? Potrebbe quindi essere la vostra prima al voto e sicuramente sarà
argomento di attualità a scuola: siete interessati a capirci un po' di più? Noi di ScuolaZoo siamo qui per
spiegarvi in modo semplice cos'è la crisi di governo, cosa significa e gli step successivi per arrivare alle elezioni.
Anche il Ministro dell'Istruzione Bussetti, appartenente alla Lega, sarà sostituito! Chi prenderà il suo posto? Qui i nomi più papabili:
Cos'è la crisi di governo: significato, definizione e tipologie
Partiamo dalle definizioni, per poi passare al caso concreto. La crisi di governo, nel diritto, nasce quando si va verso le dimissioni di un governo dopo la rottura del rapporto di fiducia tra questo e il Parlamento. Esistono però due tipi di crisi di governo:
- Crisi di governo parlamentare: quando il Parlamento revoca la fiducia al governo votando una mozione di sfiducia o non confermando un decreto su cui il governo ha posto la fiducia.
- Crisi di governo extraparlamentare: nasce a causa di una rottura politica all'interno stesso del Governo, per cui il governo si ritrova senza avere più la maggioranza necessaria ad approvare i provvedimenti e quindi è costretto alle dimissioni.
Crisi di governo 2019: cosa è successo e motivi
In Italia, abbiamo una lunga storia di crisi di governo, di cui l'ultima si è aperta ad agosto 2019 a causa del
vicepremier Salvini. Come saprete, l'ultimo governo in carica era sostenuto da una maggioranza formata dall'alleanza tra due forze politiche -
Movimento 5 stelle e Lega - che hanno basato il loro mandato su un contratto di governo, cioè un elenco di provvedimenti concordati tra le due parti da attuare nella legislatura. Primo Ministro era
Giuseppe Conte, figura istituzionale non legata a nessun partito politico, mentre i ministri erano divisi tra le due forze di maggioranza. In particolare, c'erano due vicepremier:
Matteo Salvini, leader della Lega e attuale Ministro degli Interni, e
Luigi Di Maio, leader del Movimento 5 Stelle e attuale Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro.
Nella giornata di giovedì 8 agosto, Salvini ha dichiarato che ormai la spaccatura nel Governo era troppo grande, in seguito al voto sulla TAV, invitando il premier Conte a dimettersi. Si è aperta una
crisi di governo di fatto, quindi, di natura
extraparlamentare perché non basata su un voto di fiducia o una mozione di sfiducia parlamentare, ma fatta emergere da un esponente del governo. Il Primo Ministro ha chiesto però la "parlamentizzazione" di tale sfiducia: il 20 agosto, così, dopo un intervento al Senato, Conte si è dimesso (nonostante Salvini avesse ritirato all'ultimo la mozione di sfiducia).
Perché si è aperta la crisi di governo?
La spaccatura ufficiale è arrivata a causa del
voto sulla TAV, la linea ferroviaria ad alta velocità tra Lione e Torino: il M5S è da sempre contraria al proseguimento dei lavori, mentre la Lega è a favore. Il Movimento 5 stelle, nonostante ormai sia confermato il proseguimento dei lavori della TAV, ha presentato nei giorni scorsi una
mozione non vincolante per chiedere al Parlamento di bloccare i lavori, nell'ultimo tentativo di dimostrare la loro contrarietà, ma, come previsto, la mozione è stata bocciata, anche dalla Lega. Salvini ha preso questo voto come
pretesto per aprire la crisi di governo, sostenendo che la spaccatura nel Governo è troppo grande e inconciliabile ed è necessario tornare al voto.
La TAV, però, è solo una sorta di
casus belli, di motivo scatenante: sono mesi che i rapporti tra le due forze di governo sono sempre più tesi a causa della diversa visione su molte questioni. Inoltre, mentre dopo le elezioni politiche del 2018 il M5S era la prima forza di maggioranza (la Lega aveva solo il 17% dei voti), le
elezioni europee di maggio 2019 hanno confermato un
aumento esponenziale nei voti alla Lega, mentre quelli del Movimento si sono dimezzati. Salvini, quindi, sa che adesso i rapporti di forza sono cambiati e il suo partito potrebbe vincere le elezioni.
Crisi di Governo in Italia 2019: cosa succede ora
Cerchiamo di vedere in breve cosa sta succedendo adesso in modo semplice.
- Dimissioni Conte in Parlamento. La Lega ha formalizzato, venerdì 9 agosto, la mozione di sfiducia nei confronti di Giuseppe Conte. Nonostante l'abbia poi successivamente ritirata, il premier Conte, dopo aver difeso l'operato del suo governo accusando però pesantemente Salvini per il suo atteggiamento, ha dato le dimissioni.
- Consultazioni del Presidente della Repubblica. A questo punto, è entrato in gioco il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha iniziato con le consultazioni per capire se ci fosse la possibilità di dare un mandato esplorativo al M5S insieme al PD o una maggioranza alternativa. L'obiettivo era verificare se esistesse una maggioranza alternativa per creare un nuovo governo o meno.
- Verso un Conte Bis. Il Presidente della Repubblica ha dato alcuni giorni di tempo a Movimento 5 stelle e Pd per capire se fosse possibile formare un'alleanza di governo. In caso non si raggiunga un'intesa, l'alternativa sono le elezioni anticipate. A quanto pare, non con difficoltà, le due forze politiche hanno trovato una quadra e il PdR ha rinnovato il mandato a Giuseppe Conte, che in queste ore sta parlando con i partiti per creare una nuova squadra di governo e verificare di avere una maggioranza parlamentare pronta a votare la fiducia.
Sono ancora possibili le elezioni anticipate?
Nel caso questo tentativo di Governo Conte 2.0 non andasse a buon fine e non si trovassero altre maggioranze parlamentari, non resterebbe che andare ad elezioni anticipate. Come funzionano?
- Scioglimento camere. Se non c'è maggioranza alternativa, il Presidente della Repubblica scioglierà le camere e si andrà a nuove elezioni.
- Tempi per nuove elezioni. In base anche all'art. 81 della nostra Costituzione, bisogna andare a nuove elezioni entro 60 giorni dal momento dello scioglimento delle Camere.
- Elezioni politiche. Nella data scelta (con tutta probabilità ottobre-novembre) si andrà a votare per il rinnovo di Camera dei deputati e Senato.
- Insediamento nuovo Parlamento. Il nuovo Parlamento si insedierà dopo 20 giorni dalla data delle elezioni.
- Nuove consultazioni di Mattarella. Una volta che il nuovo Parlamento sarà insediato, il PdR avvierà le consultazioni per trovare nuovo Primo Ministro e ministri che formeranno il nuovo Governo in base anche ai risultati elettorali.
In questo caso, ormai, si andrebbe al voto non prima di novembre, con il governo che si insedierebbe a dicembre.
Sarebbe la prima volta nella storia della Repubblica italiana che si andrebbe al voto in autunno, vista la problematicità del periodo (c'è infatti da approvare la manovra di bilancio).
Crisi di governo: le conseguenze
Il problema più grande è legato alle
tempistiche della formazione di un nuovo governo o di nuove votazioni perché, nei mesi finali dell'anno, l'esecutivo deve presentare la
manovra di bilancio, in cui si devono indicare le
coperture economiche a tutti i provvedimenti messi in campo quest'anno, da Quota 100 al Reddito di cittadinanza (in pratica bisogna dire come lo Stato percepisce i soldi per finanziare la spesa pubblica effettuata).
Il bilancio deve essere approvato anche dall'Unione Europea. Nel caso non si arrivi all'approvazione del bilancio, perché il Parlamento o il nuovo Governo non si insediano in tempo per trovare tutte le coperture entro
dicembre 2019, si andrebbe verso l'esercizio provvisorio, che prevede già una clausola di salvaguardia (voluta dall'UE per garantire il rispetto del rapporto deficit-PIL italiano) per cui da gennaio 2020 scatterebbe
l'aumento dell'IVA dal 22 al 25,2% e dal 10 al 13% per l'IVA agevolata. Cosa significa in pratica? La maggioranza dei prodotti che compreremo costeranno di più rispetto a ora, diminuendo il nostro potere d'acquisto.
(Foto Credits: Pixabay)