Brexit rimandata: perché la Gran Bretagna
Sono ormai due anni che si parla di
Brexit, l'uscita del
Regno Unito dall'
Unione Europea. Gli inglesi, nel
2016, vennero chiamati a votare attraverso un
referendum per decidere se rimanere o uscire dall'Europa. L'
uscita ebbe la meglio e il governo si appellò all'
articolo 50 per iniziare le procedure di chiusura dei rapporti con l'Unione. Da qui ne doveva derivare un
accordo tra Europa e Gran Bretagna che, fino ad oggi, cioè a pochi giorni dalla
data prestabilita della Brexit, non è stato ancora raggiunto. I
motivi sono diversi ma principalmente si riducono ad un grosso scontro tra i
laburisti, oppositori dell'accordo Brexit, e i
conservatori che invece vogliono appellarsi a qualsiasi modo per staccarsi dal vecchio continente senza esserne più subordinati.
Cosa sta succedendo in questi giorni e
perché la Brexit potrebbe essere rimandata? Noi di ScuolaZoo ve lo spiegheremo in parole semplici!
Conoscete tutto l'iter della Brexit? Qui trovate tutte le informazioni e temi svolti per la scuola:
Uscita Gran Bretagna dall'Europa: le ultime notizie sulla Brexit
Dopo essersi appellata all'
articolo 50 dello Statuto Europeo, la Gran Bretagna ha iniziato un iter di preparazione per
uscire definitivamente dall'Unione Europea il
29 marzo 2019. Questa
data sarebbe stata solo un simbolo perché, per il distacco effettivo, sarebbero passati altri mesi di assestamento. Ma, ad oggi, manca una cosa principale: l'
accordo che regola tutto ciò che andrà ad accadere successivamente all'uscita, dalle
intese economiche alla regolamentazione dell'
immigrazione. In realtà, nel
luglio 2018, il Parlamento Britannico aveva
abbozzato un accordo che poi era stato approvato dall'Unione Europea a novembre 2018. Da qui iniziano i
problemi: alcuni punti di questo accordo non convincono tutti i membri del Parlamento britannico. Si arriva così alle
ultime notizie: la May tenta di convincere gli oppositori e
rinvia il voto di approvazione della bozza degli accordi per incontrare nuovamente i rappresentati dei Paesi europei e modificare alcuni punti. A
gennaio 2019, i Parlamentari inglesi sono stati chiamati a votare definitivamente l'approvazione o la bocciatura della bozza proposta da Theresa May, facendo vincere la
bocciatura.
Brexit, ultime notizie: cosa è successo ieri e perché si parla di rinvio
Tra
Europa e
Gran Bretagna manca un accordo per regolamentare la Brexit e mancano due settimane al 29 marzo, perciò il
Parlamento Inglese è stato chiamato a decidere se uscire dall'Unione
senza un accordo. Ovviamente, questo avrebbe comportato non pochi problemi perché, senza le direttive per regolare qualsiasi settore, economico, turistico, immigrazione e tanto altro, la Gran Bretagna sarebbe rimasta alla
deriva. Per questo motivo, il Parlamento ha
bocciato l'uscita senza accordo e ha esortato la Premier Theresa May a chiedere all'Europa più tempo,
rinviando la Brexit al 30 giugno (la data inizialmente prevista per l'uscita è il 29 marzo). L'ultima parola spetta comunque agli
stati membri dell'Unione che, di comune accordo, devono decidere se concedere più tempo o meno.
Brexit, la decisione dell'UE: cosa succede se viene rimandata?
In realtà anche allungando i tempi della Brexit, la situazione non è rosea: la May sembra intenzionata, infatti, a proporre nuovamente lo stesso accordo e c'è da capire quando e se il Parlamento britannico vorrà cedere di fronte alla prospettiva no deal o meno. C'è poi un altro
problema: tra pochi mesi si andrà al
voto per rieleggere i parlamentari europei e, se la Gran Bretagna non dovesse uscire per quella data, anche in Inghilterra si voterà per eleggere i rappresentati al Parlamento Europeo.
Accordo sulla Brexit: perché alcuni parlamentari britannici si sono opposti?
Il nocciolo principale della
crisi della Brexit è l'accordo: alcuni membri del Parlamento britannico, a seguito di un'inchiesta avvenuta dopo il primo ok alla bozza, hanno fatto un passo indietro per diversi
motivi come il backstop e la questione dei dazi doganali.
Brexit e Backstop: che cos'è e perché la questione dell'Irlanda del Nord ha fatto bocciare l'accordo
Il
backstop rappresenta la questione dei confini tra
Irlanda del Nord e
Repubblica d'Irlanda. Le due nazioni sono riuscite ad arrivare ad un accordo dopo tanti anni di lotte interne e l'Unione Europea vorrebbe preservare questo equilibrio, punto non accettato dagli unionisti nordirlandesi e dai Brexiters più convinti. La bozza prevedeva l'introduzione di una
polizza per evitare che, nel momento in cui non ci sarebbe stato un accordo tra Unione Europea e Regno Unito per la Brexit, il
confine tra Irlanda del Nord e Repubblica irlandese si sarebbe nuovamente irrigidito. Da questo ne deriva che, se tutto ciò fosse andato in porto, l'
Irlanda del Nord sarebbe stato l'unico paese del Regno Unito a mantenere a mantenere
vantaggi economici con l'Europa. In altre parole, nonostante l'uscita di tutto il Regno Unito dall'UE, l'Irlanda del Nord avrebbe mantenuto quasi tutte le garanzie dei paesi membri europei, rischiando un
distacco tra Irlanda e Gran Bretagna e lasciando una
subordinazione tra UE e Regno Unito.
Accordo Brexit bocciato: la questione dei dazi doganali
Sempre in riferimento alla questione
Irlanda del Nord, qualora tra UE e UK non ci fossero stati degli accordi economici, l'Irlanda del Nord non avrebbe subito modifiche sui
dazi doganali e questo avrebbe permesso alla Gran Bretagna di continuare a commerciare con l'Europa come se fosse uno stato membro. Se da un lato questo potrebbe sembrare un aspetto positivo, sarebbe però un
fallimento per gli inglesi "pro hard Brexit" che rimarrebbero costretti a
subordinarsi alle regolamentazioni economiche europee.
(Credits Immagini: bbc.co.uk)