25 aprile: frasi per la Festa della Liberazione, aforismi e citazioni
Il 25 aprile è la Festa della Liberazione, una data fondamentale per tutta l'Italia e per il popolo italiano, una celebrazione per ricordare la storia sanguinosa della Seconda Guerra Mondiale, e soprattutto la lotta dei Partigiani che hanno portato avanti la Resistenza nella penisola. Si tratta infatti della Festa della Liberazione dalla dittatura nazifascista, anniversario di quel 25 aprile 1945 in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia diede il via all'insurrezione in tutti i territori ancora occupati dalle forze nazifasciste, di fatto dando l'ordine a tutte i nuclei partigiani del Nord Italia di portare l'attacco decisivo contro i presidi tedeschi e fascisti. L'obiettivo, raggiunto, fu quello della resa delle milizie avversarie. Per ricordare questa importante ricorrenza abbiamo pensato di raccogliere poesie e citazioni riguardanti questo momento della storia italiana. Per un riassunto dettagliato sul 25 aprile, non perdete:25 aprile: citazioni e frasi sulla liberazione
Ecco alcune delle frasi più pregnanti vergate da alcuni dei maggiori intellettuali e personaggi politici italiani, e non solo, per quanto riguarda il significato della Festa della Liberazione e della Resistenza.- “La Resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratico-rivoluzionarie del popolo italiano. Intorno c’è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline.” (Pier Paolo Pasolini)
- “È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature.” (Sandro Pertini)
- “25 Aprile. Una data che è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita.” (Enzo Biagi)
- “D’accordo, farò come se aveste ragione voi, non rappresenterò i migliori partigiani, ma i peggiori possibili, metterò al centro del mio romanzo un reparto tutto composto di tipi un po’ storti. Ebbene: cosa cambia? Anche in chi si è gettato nella lotta senza un chiaro perché, ha agito un’elementare spinta di riscatto umano, una spinta che li ha resi centomila volte migliori di voi, che li ha fatti diventare forze storiche attive quali voi non potrete mai sognarvi di essere!” (Italo Calvino)
- “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.” (Sandro Pertini)
- “Dopo venti anni di regime e dopo cinque di guerra, eravamo ridiventati uomini con un volto solo e un’anima sola. Eravamo di nuovo completamente noi stessi. Ci sentivamo di nuovo uomini civili. Da oppressi eravamo ridiventati uomini liberi. Quel giorno, o amici, abbiamo vissuto una tra le esperienze più belle che all’uomo sia dato di provare: il miracolo della libertà.” (Norberto Bobbio)
- Sul 25 aprile si sono scritti trattati, pensieri, frasi, poesie, ciò che rimane è la conquista dell’uomo della sua libertà spinto, più che mai a ribellarsi a ideali in cui non credeva, ad una soppressione anacronistica. Dovremmo tutti imparare dalla storia, per trovare la forza di dire ‘no’ e lottare per la libertà." (Stephen Littleword)
- “Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.” (Antonio Gramsci)
- “Io prego sempre per i partigiani. Tutte le sere dico una preghiera per i partigiani.” (Beppe Fenoglio) “Il ventre che partorisce il fascismo è sempre gravido.” (Gina Lagorio)
Poesie sulla resistenza del 25 aprile
Ecco alcune tra le poesie più belle dedicate al tema dell'impegno dei partigiani e agli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Aprile 1945 – Dino Buzzati Ecco, la guerra è finita. Si è fatto silenzio sull’Europa. E sui mari intorno ricominciano di notte a navigare i lumi. Dal letto dove sono disteso posso finalmente guardare le stelle. Come siamo felici. A metà del pranzo la mamma si è messa improvvisamente a piangere per la gioia, nessuno era più capace di andare avanti a parlare. Che da stasera la gente ricominci a essere buona? Spari di gioia per le vie, finestre accese a sterminio, tutti sono diventati pazzi, ridono, si abbracciano, i più duri tipi dicono strane parole dimenticate. Felicità su tutto il mondo è pace! Infatti quante cose orribili passate per sempre. Non udremo più misteriosi schianti nella notte che gelano il sangue e al rombo ansimante dei motori le case non saranno mai più cosi ‘ immobili e nere. Non arriveranno più piccoli biglietti colorati con sentenze fatali, Non più al davanzale per ore, mesi, anni, aspettando lui che ritorni. Non più le Moire lanciate sul mondo a prendere uno qua uno là senza preavviso, e sentirle perennemente nell'aria, notte e dì, capricciose tiranne. Non più, non più, ecco tutto; Dio come siamo feliciPoesie Festa della Liberazione: 25 Aprile 1945 - Pietro Calamandrei
Lo avrai camerata Kesselring il monumento che pretendi da noi italiani ma con che pietra si costruirà a deciderlo tocca a noi. Non coi sassi affumicati dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio non colla terra dei cimiteri dove i nostri compagni giovinetti riposano in serenità non colla neve inviolata delle montagne che per due inverni ti sfidarono non colla primavera di queste valli che ti videro fuggire. Ma soltanto col silenzio del torturati Più duro d'ogni macigno soltanto con la roccia di questo patto giurato fra uomini liberi che volontari si adunarono per dignità e non per odio decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo. Su queste strade se vorrai tornare ai nostri posti ci ritroverai morti e vivi collo stesso impegno popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre RESISTENZA. 25 Aprile - Giuseppe Bartoli L’importante è non rompere lo stelo della ginestra che protende oltre la siepe dei giorni il suo fiore C’é un fremito antico in noi che credemmo nella voce del cuore piantando alberi della libertà sulle pietre arse e sulle croci Oggi non osiamo alzare bandiere alziamo solo stinti medaglieri ricamati di timide stelle dorate come il pudore delle primule: noi che viviamo ancora di leggende incise sulla pelle umiliata dalla vigliaccheria degli immemori Quando fummo nel sole e la giovinezza fioriva come il seme nella zolla sfidammo cantando l’infinito con un senso dell’Eterno e con mani colme di storia consapevoli del prezzo pagato Sentivamo il domani sulle ferite e un sogno impalpabile di pace immenso come il profumo del pane E sui monti che videro il nostro passo colmo di lacrime e fatica non resti dissecato quel fiore che si nutrì di sangue e di rugiada in un aprile stupendo quando il mondo trattenne il respiro davanti al vento della libertà portato dai figli della Resistenza.Per i morti della resistenza - Giuseppe Ungaretti
Qui
vivono per sempre
gli occhi che furono chiusi alla luce
perché tutti
li avessero aperti
per sempre
alla luce.
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(Foto copertina: Courtesy of Metro-Goldwyn-Mayer; Foto interna: Pixabay)