È il 2 febbraio 2017 e gli
studenti del Manzoni si aggirano per i corridoi con molta serenità, nessuna verifica, nessuna interrogazione, nessuna versione all'orizzonte.
Solo sigarette, cibo, serenità e collettivi.
Ma i manzoniani non stanno facendo un extra di vacanza come può sembrare, no!
Stanno occupando, come due anni fa.
Con dei buoni motivi a sostenerli.
Ora essendo io stesso uno studente del Manzoni, l’ho vissuta sulla mia pelle quest’occupazione e se posso dire, sembrerò di parte ed infatti lo sono,
gli studenti del Manzoni hanno sì cazzeggiato tanto, ma si sono anche dati da fare.
E se qualcuno mi dice che nella sua scuola l’occupazione sarebbe stata più produttiva, non ci credo nemmeno se lo vedo.
Ora io in questo articolo non mi limiterò solo a sparare parole a vanvera, ma mi sono dato da fare anch'io ed ho intervistato
Margherita, studentessa come me del Manzoni e membro del collettivo, che ha giocato un ruolo cardine in quest’occupazione.
SZ: Da cos'è nata quest’occupazione?
M: È una storia molta complessa, fin da quando è arrivata questa preside, è diminuito il dialogo tra gli studenti e lei.
Un sacco di decisioni che hanno cambiato la scuola sono state prese durante l’estate.
Un esempio stupido: i professori che di solito cambiano solo dal ginnasio al liceo, sono stati cambiati anche nel corso del liceo, facendo un casino tra le classi e così i professori non si conoscevano e i consigli di classe erano privi di collaborazione.
E così il percorso formativo ne…
SZ: Deficita?
M: …viene meno, scusa ho dormito 2 ore stanotte.
SZ: Quindi questa occupazione è anche contro la figura del preside introdotta dalla
Buona Scuola?
M: Sì! Per esempio due anni fa noi abbiamo occupato per scrivere come vorremmo la scuola sulla base del disegno di legge della Buona Scuola. Poi è entrata in vigore e abbiamo, come nessuna scuola probabilmente, esaminato la legge con tutti gli studenti. Criticando costruttivamente la legge.
E noi cerchiamo di creare il meglio criticando questa figura, ma non solo denigrandola, ma anche cercando di migliorare nei limiti della legge.
SZ: Quali sono stati i preparativi per quest’occupazione? Come ci si è arrivati?
M: Si è discusso molto nei collettivi e si è arrivati alla conclusione che questa dirigenza non ci piaceva.
Poi all'interno del Collettivo Politico Manzoni
si è deciso di occupare invece di autogestire, perché ci sembrava la cosa più necessaria. Poi abbiamo chiamato a votare tutti gli studenti fuori da scuola, l’occupazione ha vinto contro l’autogestione.
Perché ci sembrava il modo migliore per continuare questa battaglia. Poi il primo giorno di occupazione si è votato se occupare o meno e i favorevoli hanno schiacciato i contrari.
SZ: Cosa rende il Manzoni diverso? Perché c’è sempre questa voglia di impegnarsi?
M: Secondo me, da come viene gestita la parte politica. Fin dalla quarta si cerca di sviluppare questa parte politica e quindi questi eventi hanno una base solida.
C’è molta partecipazione! Infatti spesso nelle altre scuole, si cerca di occupare ma invece finisce sempre male, perché la base di consenso è piccola.
Si crea una grande libertà di pensiero. Dopo tutto il classico apre la mente e mette curiosità a proposito di queste cose. Perché il Collettivo cerca di togliere gli studenti dall'anonimato, ognuno può dire la propria.
SZ: Cosa cambierà dopo l’occupazione?
M: Io penso che… io sono sempre stata una grande promotrice di quest’attività. Perché penso davvero che se gli studenti propongono proposte fattibile e critiche costruttive, si possa cambiare qualcosa, non cambiare in modo utopistico.
Ma cambiare in meglio. Magari non cambierà niente, quindi questa sarà la prova che bisogna andare avanti così finché non cambia qualcosa.
SZ: L’alternanza scuola-lavoro è un punto critico per voi. Perché?
M: Perché anche se l’idea è buona... Perché in Italia prima della fine dell’università sono molto poche le persone che fanno esperienza lavorativa.
È utile che ci sia, però deve essere fatta bene, molta gente fa progetti inefficaci dove non fanno niente. Quello che cerchiamo di fare è trovare qualcosa che lo aiuti effettivamente nel mondo del lavoro.
SZ: Ultima domanda. Qual è l’argomento più trattato dopo il cambio della Buona Scuola nei collettivi?
M: La mancata collaborazione fra la dirigenza e la parte studentesca, che è la Scuola.
Gli Studenti non sono coinvolti nelle decisioni. E in realtà alcune decisioni non possono prenderle, però per cercare di vivere tutti meglio la scuola è necessaria una collaborazione.
SZ: Grazie!
M: Prego.