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Frasi Falcone e Borsellino: citazioni sulla mafia, la dignità e la legalità

22 maggio 2018

Falcone e Borsellino: frasi e citazioni sulla mafia e la legalità

State cercando delle belle frasi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sulla legalità e contro la mafia da utilizzare per un tema sulla mafia o sui due magistrati? Falcone e Borsellino, sacrificando la loro vita per combattere la mafia e lottare a favore della legalità e della giustizia, sono ormai due simboli dell'Italia migliore e i loro insegnamenti rimangono sempre attuali. Ecco allora una selezione delle frasi più belle di Falcone e Borsellino per un eventuale compito in classe riguardante i due più importanti esponenti di questa lotta. Per saperne di più sulla vita e i film ispirati a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, leggete: frasi-falcone-borsellino-mafia-21-marzo-2018(2)

Falcone e Borsellino: le frasi più belle sulla legalità contro la mafia

Come probabilmente saprete, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono stati due magistrati che si sono impegnati duramente nella loro vita per combattere la mafia. Hanno persino sacrificato la loro vita per questa causa e così, in occasione della Giornata contro le Mafie del 21 marzo 2018, proprio le loro frasi
e le loro parole potrebbero essere il giusto spunto per iniziare una riflessione sull'argomento, o come "plus" nel vostro tema sulla mafia e le legalità.
  • La mafia, lo ripeto ancora una volta, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione. Giovanni Falcone.
  • La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine. Giovanni Falcone.
  • Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola. Giovanni Falcone.
  • Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere. Giovanni Falcone.
  • Se le istituzioni continuano nella loro politica di miopia nei confronti della mafia, temo che la loro assoluta mancanza di prestigio nelle terre in cui prospera la criminalità organizzata non farà che favorire sempre di più Cosa Nostra. Giovanni Falcone.
  • Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo. Paolo Borsellino.
  • La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. Paolo Borsellino.
  • Non sono né un eroe né un Kamikaze, ma una persona come tante altre. Temo la fine perché la vedo come una cosa misteriosa, non so quello che succederà nell'aldilà. Ma l'importante è che sia il coraggio a prendere il sopravvento... Se non fosse per il dolore di lasciare la mia famiglia, potrei anche morire sereno. Paolo Borsellino.
  • Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene. Paolo Borsellino.
  • L’impegno contro la mafia non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza. Paolo Borsellino.
Qui trovate altre frasi di Falcone per capire cos'è la mafia:

Frasi di Borsellino al funerale di Giovanni Falcone

Un discorso a parte merita il discorso fatto da Paolo Borsellino in occasione del funerale e in ricordo dell'amico e collega Giovanni Falcone, ucciso nella strage di Capaci. Noi di ScuolaZoo vi riportiamo alcune frasi tratte dal discorso completo da cui poter estrapolare delle frasi per una riflessione o per il vostro tema.
  • Ho letto giorni fa, ho ascoltato alla televisione - in questo momento i miei ricordi non sono precisi - un'affermazione di Antonino Caponnetto secondo cui Giovanni Falcone cominciò a morire nel gennaio del 1988. Io condivido questa affermazione di Caponnetto. Con questo non intendo dire che so il perché dell'evento criminoso avvenuto a fine maggio, per quanto io possa sapere qualche elemento che possa aiutare a ricostruirlo, e come ho detto ne riferirò all'autorità giudiziaria; non voglio dire che cominciò a morire nel gennaio del 1988 e che questo, questa strage del 1992, sia il naturale epilogo di questo processo di morte.
  • Ecco perché, forse, ripensandoci, quando Caponnetto dice cominciò a morire nel gennaio del 1988 aveva proprio ragione anche con riferimento all'esito di questa lotta che egli fece soprattutto per potere continuare a lavorare. Poi possono essere avanzate tutte le critiche, se avanzate in buona fede e se avanzate riconoscendo questo intento di Giovanni Falcone, si può anche dire che si prestò alla creazione di uno strumento che poteva mettere in pericolo l'indipendenza della magistratura, si può anche dire che per creare questo strumento egli si avvicinò troppo al potere politico, ma quello che non si può contestare è che Giovanni Falcone in questa sua breve, brevissima esperienza ministeriale lavorò soprattutto per potere al più presto tornare a fare il magistrato. Ed è questo che gli è stato impedito, perché è questo che faceva paura.
  • Giovanni Falcone, dimostrando l'altissimo senso delle istituzioni che egli aveva e la sua volontà di continuare comunque a fare il lavoro che aveva inventato e nel quale ci aveva tutti trascinato, cominciò a lavorare con Antonino Meli nella convinzione che, nonostante lo schiaffo datogli dal Consiglio superiore della magistratura, egli avrebbe potuto continuare il suo lavoro. E continuò a crederlo nonostante io, che ormai mi trovavo in un osservatorio abbastanza privilegiato, perché ero stato trasferito a Marsala e quindi guardavo abbastanza dall'esterno questa situazione, mi fossi reso conto subito che nel volgere di pochi mesi Giovanni Falcone sarebbe stato distrutto. E ciò che più mi addolorava era il fatto che Giovanni Falcone sarebbe allora morto professionalmente nel silenzio e senza che nessuno se ne accorgesse.

Temi svolti sulla mafia e Falcone e Borsellino

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