Me lo scrivono praticamente tutti, quando mi parlano dei problemi che hanno coi loro prof.
Di solito la sequenza è: 1) non riescono a farmi interessare alle loro materie 2) sembra sempre che non gli piaccia il loro lavoro e 3) e poi,
fanno sempre differenze!
Bel problema, quello delle differenze.
Proviamo a vedere che cosa c'è di vero e che cosa no.
Credo sia importante spiegare a tutti gli studenti del globo una cosa, anche se può sembrare un po' strana:
noi prof siamo degli esseri umani, come tutti gli altri.
Sì, lo so che a volte ci scambiate per alieni provenienti da un'altra galassia: ma siamo esattamente come voi, solo un po' più vecchi.
Ecco, siccome siamo umani, anche noi abbiamo quella cosa,
quell'istinto, che ci fa essere le persone simpatiche o antipatiche in base alle impressioni che abbiamo di loro. Come tutti.
Impressioni che non sono mai definitive, eh? A volte qualcuno che ti diventerà simpaticissimo all'inizio ti sembra insopportabile, e viceversa.
A questo punto credo esistano
quattro tipi di insegnanti.
#1 L'insegnante che lo sa, che riconosce le proprie impressioni, e cerca di limitarle il più possibile
#2 L'insegnante che lo sa e che se ne frega, continua a fare differenze tranquillamente e lo dà pure a vedere senza problemi
#3 L'insegnante che non si accorge di fare differenze, e che quindi continua inconsapevolmente a farle
#4 L'insegnante che è talmente bravo da non farle e da essere equo con tutti
Secondo me la maggior parte di noi fa parte della tipologia #1: motivo per cui spesso sì, facciamo differenze, ma siamo anche abbastanza intelligenti da fare in modo che non siano così evidenti.
Poi, certo, esistono anche le tipologie #2 e #3: io da studente ho visto qualcuno dei miei prof farne parte. E posso dire che con tutta franchezza che
non c'è niente di più odioso di un prof che fa preferenze e che non si preoccupa nemmeno che sia troppo evidente.
Una cosa però chiederei agli studenti:
abbiate un po' di pazienza, aspettate un attimo, prima di autoconvincervi che ce l'abbiamo con voi e solo con voi e che vi odiamo e che lo scopo della nostra vita è vedervi soffrire. Perché spesso succede che voi
credete che noi proviamo antipatia verso di voi, poi di conseguenza ci mettete un bel muro davanti, iniziate a risponderci male, e allora lì sì scatta un po' di astio reciproco.
Ma è solo successo un casino,
uno stupido malinteso!
Per il resto, un consiglio ai miei colleghi più coraggiosi: domani mattina, quando entrate in classe, tentate questo esperimento.
All'appello, chiedete loro “Secondo voi, io faccio differenze?”.
La risposta che arriverà, qualsiasi essa sia, vi aiuterà a
migliorare voi stessi e il vostro rapporto con loro.
O farà scatenare una bella rissa.