Traccia svolta su razzismo e immigrazione: scaletta e svolgimento completo
La
Maturità 2019 è ancora lontana ma le
esercitazioni per la
prima prova non sono mai poche: è questo il momento di provare a svolgere i
temi d'attualità per diventare fortissimi fino all'esame di maturità 2019. La temamatica del
razzismo e dell'
immigrazione è di sicuro una delle più importanti ed interessanti da poter proporre ai propri studenti, in vista dell'esame di Stato, o comunque per stimolare la
riflessione nella classe. È per questo che la vostra prof di italiano potrebbe chiedervi di
svolgere un tema d'attualità sulla questione. Ecco perciò a voi un
tema svolto con tanto di
scaletta!
Date prima un'occhiata alle nostre guide:
Scaletta tema razzismo ed immigrazione: come impostarla
Prima di iniziare un qualsiasi
tema, è bene stendere la classica
scaletta con cui organizzarsi ed orientarsi su come andare avanti e portare a termine un gran bel lavoro. Ecco come sarà strutturata:
- Introduzione: introduciamo l’argomento con una definizione personale di esso e su quello che suscita nei nostri cuoi e menti.
- Svolgimento: nella parte centrale del tema, andiamo a trattare l’attualità dell’argomento, facendo riferimento a fatti sia di oggi che storici, mettendo a confronto gli avvenimenti e dando quindi una sorta di presentazione storica alla cosa.
- Conclusione: il tema deve quindi concludersi con delle nostre considerazioni sull’argomento.
Tema svolto su razzismo e immigrazione: introduzione
Il razzismo potrebbe essere definito come una delle più grosse problematiche della società umana, un qualcosa che non solo ha radici, come vedremo, fortemente antiche e cause anche biologiche (non per questo giustificabile nei suoi atti estremi), ma che suscita, nella mente degli esseri umani, le reazioni più disparate: fortunatamente in pochi lo ritengono giusto, in molti suscita disgusto, ribrezzo. Giustamente, aggiungerei.
Razzismo e immigrazione: svolgimento della traccia
Come abbiamo detto precedentemente, ha radici antiche: i greci definivano “Xenophobia” la paura per chi proveniva da un mondo lontano, era diverso nell’aspetto fisico ed ancor di più nelle usanze, per chi non si amalgamava con ciò che era abituale e quotidiano: ciononostante, da grande società quale rappresentavano, col tempo giunsero alla stupenda comprensione che l’unione di pensieri diversi potesse portare ad un più alto livello di filosofia, di conoscenza e di coscienza, cosa che venne sperimentata proprio da Alessandro Magno, e dal suo impero: un “meltin’ pot” di culture diverse che creò un qualcosa di mirabile, nei millenni.
Sulla falsa riga i romani, i quali conquistarono il mondo Ellenico, ma ne vennero da esso conquistati a loro volta.
E poi? Cosa successe? Il Medioevo instaurò nella mente umana una paura insita dello straniero: l’ignoranza regnava sovrana, ed inoltre i barbari dall’est e dal nord, assieme altre popolazioni che giungevano da altrove, saccheggiavano e diffondevano violenza, facendo così dimenticare gli insegnamenti delle fiorenti culture del passato, portando ad una paura e diffidenza verso chi era diverso o proveniva da lontano.
Questa cosa ebbe la sua sublimazione, ovviamente, in innumerevoli persecuzioni, tra le quali ovviamente non possiamo ricordare quella nazista contro gli ebrei, o ancora il razzismo derivante dal semplice colore della pelle, che nell’Ottocento e Novecento cercò basi anche scientifiche. Basi fasulle.
Ma come avevo detto, la paura per lo “Xenos” è insita in tutte le razze animali, nondimeno nell’uomo: come spiegava Darwin, l’evoluzione nasce dall’incontro casuale, o dall’avvenimento casuale, di eventi che possono portare un cambiamento in una determinata specie: l’incontro con il diverso, appunto, stimola l’attivazione di meccanismi sia di curiosità che di pericolo, siti in quella parte antica ed istintiva anche nel cervello umano. Il tutto porta spesso ad una reazione difensivo-aggressiva, trasformata poi dalla società umana in invettive e metodiche di emarginazione di varia modalità.
E oggi? Beh la storia dovrebbe essere maestra di vita, e proprio per questo essere spunto e monito per non ripetere evidenti errori e violenze già commessi. Eppure proprio in questi tempi si stanno consumando una serie di atrocità che vedono il Mediterraneo come luogo infelice, cimitero di numerosissime innocenti vite che cercano salvezza in una terra ricca come l’UE: perché non fornire loro una speranza, perché non fornire loro la possibilità, anche nel loro paese, di poter avere progetti ottimistici di vita?
Traccia su razzismo e immigrazione: come concludere il tema
Purtroppo dobbiamo considerare la nostra fortuna: siamo nati in un mondo nel quale non esistono guerre, non esiste un pericolo di morte elevato, quasi certo, un mondo che ci permette di vivere felicemente, non di sopravvivere. Di essere uomini, non animali. Proprio in virtù di tali idee, non dobbiamo voltare la faccia dinnanzi a tanto dolore, non dobbiamo essere silenti complici di cotale povertà e tragedia: essere uomini è una caratteristica che ci permea di empatia, la quale è una delle peculiarità principali dell’umanità. Impegniamoci affinchè possa non avvenire più una così grande sciagura. Ritorniamo ad essere come gli antichi greci. Yamas!
(Credits immagini: Pixabay)