Tema sulla mafia svolto: introduzione
La mafia è solo la più celebre delle organizzazioni criminali organizzate presenti in Italia, che da tempo sono estese anche a livello internazionale (le altre sono la ‘ndrangheta calabre, la Camorra a Napoli e la Sacra Corona Unita di origine pugliese). Il fenomeno mafioso nacque in Sicilia nel diciannovesimo secolo e si sviluppò molto negli anni successivi all’Unità di Italia, soprattutto per le condizioni di crisi economica in cui fu indotta la Sicilia e l’Italia meridionale a causa delle difficoltà del nuovo Stato italiano di controllare stabilmente l’organizzazione sociale del Sud, molto diversa da quella dell’Italia settentrionale. Sfruttando questa mancanza dello Stato, le cosche mafiose presero di fatto le veci del governo centrale. Bonus track: puoi approfondire l’etimologia di Cosa Nostra o il suo ruolo avuto durante l’Unità d’Italia.
Tema legalità Falcone e Borsellino: svolgimento
Cosa Nostra, questo il nome ufficiale della mafia siciliana, divenne sempre più forte e, grazie alla sua ramificazione negli Stati Uniti, iniziò a controllare i traffici illegali legati alla prostituzione, alla droga e all’immigrazione clandestina. Tra le attività illegali, c’è anche quella del “pizzo”, cioè pretendere dai proprietari di un’attività economica un pagamento mensile, pena estorsioni dall’incendio dei locali all’omicidio. Tramite l’uso di minacce, violenze e corruzione, Cosa Nostra ha esercitato un potere sempre forte e permanente tenendo in pugno la popolazione omertosa (per paura di ritorsioni), una parte di Stato nonché alcuni politici corrotti. Tuttavia, non sono mancati gli interventi di contrasto da parte di civili e dello Stato, che spesso hanno pagato il loro impegno con la morte. Tra le tante vittime di mafia degli anni '60-'70, ricordiamo: Giuseppe Fava, scrittore, sceneggiatore e giornalista; Peppino Impastato, attivista politico e radiofonico; Mario Francese, giornalista; Boris Giuliano, capo della squadra mobile di Palermo; Pio La Torre, segretario del PCI siciliano; Carlo Alberto della Chiesa, generale dei Carabinieri; Ninni Cassarà, dirigente della squadra mobile di Palermo. Durante gli anni ’80 la lotta alla mafia si è fatta più decisa, grazie alle indagini del così detto “pool antimafia”, creato da Rocco Chinnici, di cui facevano parte i magistrati Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta. Dopo l’assassinio di Chinnici, nel 1983, il pool fu affidato ad Antonino Caponnetto. Il 10 febbraio 1986 iniziò il maxiprocesso di Palermo, il più grande processo penale al mondo, che coinvolse 475 imputati e circa 200 avvocati difensori. Il primo grado si concluse con 19 ergastoli e pene detentive per un totale di 2665 anni di reclusione per crimini di mafia. Nonostante il contraccolpo dato a Cosa Nostra, l’organizzazione criminale riuscì a mettere a segno due efferati e tragici omicidi: il 23 maggio 1992, a pochi chilometri da Palermo, vicino allo svincolo per Capaci dell’autostrada A 29, persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, mentre rientravano da Roma a Palermo. Il tratto di autostrada venne fatto saltare in aria posizionando oltre cinquecento chili di tritolo. Cinquantasette giorni dopo, il 19 luglio 1992, anche il compagno nella lotta alla mafia e amico Paolo Borsellino fu ucciso in via D’Amelio a Palermo: anche in questo caso, venne fatta saltare un’auto imbottita di tritolo davanti alla casa della madre del giudice antimafia. L’uccisione di Falcone e Borsellino, diventati il simbolo della lotta alla mafia, in un certo senso si è ritorta contro Cosa Nostra, perché da quel momento in tutta Italia nessuno ha più potuto negare l’esistenza della mafia e si è creato un forte movimento di protesta popolare contro la criminalità organizzata. Bonus Track: puoi approfondire la parte dedicata alla lotta alla mafia e alla strage di Capaci e di Via D’Amelio.
Tema sulla legalità e i giovani: conclusione
Sebbene anche oggi l’attività dell’antimafia continui imperterrita e Cosa Nostra, con dinamiche diverse dalla vecchie guerre di mafia, continui comunque a fiorire, i giovani sono sempre più in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata. A Palermo, ad esempio, dei ragazzi hanno creato e gestiscono un’organizzazione chiamata “addio pizzo”, con la quale invitano numerosi commercianti a lottare contro il pizzo e la mafia. Inoltre, anche grazie al ruolo di film e serie tv di denuncia, si è aperta una consapevolezza sul problema mafioso che, sebbene difficile da debellare, non può più contare sempre e incondizionatamente sull’omertà e la paura. Bonus Track: puoi fare un riferimento anche ai giudici che combattono oggi la mafia e al ruolo dello Stato nella lotta alla mafia.
Tema sulla criminalità organizzata: tracce svolte sulla lotta contro la mafia
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