#Suggerimenti Scuola

Don Rodrigo: caratteristiche, descrizione e analisi del personaggio de I Promessi Sposi

3 aprile 2020

I Promessi Sposi: tutto ciò che c’è da sapere su Don Rodrigo

Alessandro Manzoni nel suo romanzo I Promessi Sposi assegna a Don Rodrigo il ruolo di antagonista della storia dando vita a un personaggio letterario dal carattere violento, incline al crimine e alla malvagità, che si oppone al matrimonio tra Renzo e Lucia per non perdere l’onore e la scommessa fatta con il cugino Attilio. Se pensate che vi aspetta un duro compito e la vostra paura più grande è quella di guadagnarvi un brutto voto alla prossima interrogazione sui I Promessi Sposi, niente paura. Con i nostri consigli saprete tutto, ma proprio tutto, su Don Rodrigo e lascerete a bocca aperta i vostri professori!

Non perdere:

Don Rodrigo nei Promessi Sposi: presentazione del personaggio

L’autore ci presenta Don Rodrigo come un uomo dall’indole tiranna, signorotto della zona che vive in un bel palazzo ed esercita sui più deboli il malefico gioco del sopruso quasi fosse per lui più un passatempo che il segno di un potere assoluto da gestire con fiera crudeltà e questo permette al Manzoni di usare il personaggio come simbolo di una più ampia critica verso quella parte di aristocrazia che l’autore considera sterile perché pigra e inoperosa. Sarebbe facile considerare Don Rodrigo nient’altro che un uomo cattivo, che gode della sua posizione di privilegio e del potere che questa gli assicura per sfruttare i più deboli e sfuggire alle leggi ma i personaggi creati da Alessandro Manzoni hanno un psicologia molto più complessa di quello che appare a prima analisi e dunque è necessario approfondirne la storia e le caratteristiche per comprendere la singola personalità e il suo rapporto con gli altri attori in gioco al fine di capire il significato universale dell’opera manzoniana.

Don Rodrigo: il riassunto della sua storia

Nel romanzo I Promessi Sposi, opera di Alessandro Manzoni, il personaggio di Don Rodrigo è il signorotto del paese, un uomo che vive di rendita, dall’animo insensibile e dall’indole crudele molto diverso da suo padre che nel romanzo è descritto come persona rispettabile. Don Rodrigo è l’antagonista della storia, vive in un bel palazzo e usa il potere che gli assicura la sua posizione sociale per compiere soprusi di ogni tipo giocando con le vite di chi considera più debole perché appartenente a classi sociali inferiori come Lucia, l’indifesa contadina e promessa sposa di Renzo, di cui si incapriccia non mosso da un qualche tipo di sentimento ma solo per non perdere la scommessa, e quindi l’orgoglio, fatta con suo cugino Attilio. Nemmeno il colloquio con Fra Cristoforo riesce a fermare gli oscuri progetti di Don Rodrigo che per evitare il matrimonio tra Renzo e Lucia prima manda due bravi a far visita a Don Abbondio con lo scopo di minacciare il curato affinché desista dall’idea di celebrare le nozze e poi tenta, senza riuscirci, di far rapire Lucia che nel frattempo si è rifugiata nel convento di Monza per sfuggire alle grinfie del signorotto. Nel corso del romanzo Don Rodrigo dovrà fare a meno anche dell’aiuto dell’Innominato, altro importante personaggio, cui si era rivolto per rapire Lucia ma che inaspettatamente decide di rinunciare alla sua vita criminosa e dopo un duro confronto con il Cardinale Borromeo si converte, rinnegando il suo passato turbolento e liberando la giovane contadina mandando così a monte i piani di conquista di Don Rodrigo. Sul finire della storia ritroviamo Don Rodrigo a Milano mentre sta rientrando a casa accompagnato dal Griso, il capo dei bravi, dopo una serata passata in compagnia di alcuni amici che ha intrattenuto divertendoli con uno stravagante elogio funebre in onore del cugino Attilio, morto di peste. Sarà proprio la Grande Peste a segnare la fine di Don Rodrigo che durante la notte avrà un sonno agitato a causa di un sogno in cui rivede Fra Cristoforo che gli punta il dito contro proprio com’era accaduto durante la visita del frate quando aveva cercato, invano, di farlo desistere dall’idea di mandare a monte il matrimonio di Renzo e Lucia. Al risveglio Don Rodrigo scopre di avere la peste e prega il Griso di trovare un medico ben disposto a visitarlo senza denunciare le sue condizioni di salute ma lo sgherro tradisce il padrone e lo consegna ai monatti ovvero coloro che durante l’epidemia avevano il compito di trasportare i malati al lazzaretto e raccogliere i cadaveri per strada o dalle case per portarli alle fosse comuni. La notizia della morte del crudele signorotto rasserenerà il debole Don Abbondio che deciderà di celebrare le nozze tra Renzo e Lucia mentre il castello di Don Rodrigo passerà a un marchese suo erede che si rivelerà un uomo cordiale e onesto, molto diverso dal suo terribile predecessore.

Per approfondire:

Don Rodrigo: descrizione e caratteristiche del personaggio

Il personaggio di Don Rodrigo non solo è il simbolo ma anche il mezzo che Alessandro Manzoni usa per muovere un’aspra critica verso quella parte di aristocrazia arida e quindi infeconda perché pigra e inoperosa che non produce nulla oltre ad abusi e prevaricazioni sui più deboli utilizzati come pedine di un gioco crudele fatto di prepotenza e vessazioni. Don Rodrigo è mosso dal cieco orgoglio e far parte di una casta che gli assicura una posizione privilegiata gli permette di esercitare il potere di cui gode applicando la legge del più forte e ben consapevole che violando le regole resterà impunito. Manzoni non ricorre a una dettagliata descrizione fisica del personaggio ma non ci presenta Don Rodrigo nemmeno attraverso una vera e propria analisi della sua morale e benché l’assenza di valori che costituiscono la personalità del nobile non tardino a rivelarsi agli occhi del lettore, Don Rodrigo si presenta prima di tutto attraverso dei simboli che svelano il peso dell’autorità che esercita e le conseguenze del suo agire. È proprio attraverso questi segni di riconoscimento che il lettore può dar forma alle specificità caratteriali e comportamentali di Don Rodrigo, un personaggio che riesce ad essere sempre presente sulla scena anche quando fisicamente si trova lontano dall’azione che in quel momento il Manzoni sta raccontando. Pur incarnando il male Don Rodrigo non è però capace di sostenere il peso delle sue azioni, ciò di cui si preoccupa è salvare le apparenze per non perdere la considerazione dei suoi pari e del cugino Attilio con cui ha scommesso di conquistare Lucia impedendo il matrimonio tra la giovane contadina e il suo futuro sposo Renzo. Quel che emerge durante lo svolgersi della storia è che Don Rodrigo è in qualche modo vittima della sua ricchezza e quindi della sua posizione sociale tanto che pur sapendo di poter violare la legge senza subire conseguenze cerca comunque l’appoggio da parte di chi la legge la esercita come il podestà di Lecco o l’avvocato Azzeccagarbugli. Quello che potremmo considerare quasi una sorta di atteggiamento pauroso nei confronti della giustizia tanto da cercare complici che gli garantiscano protezione e chiudano un occhio davanti alle sue malefatte, si accompagna a un vero e proprio sentimento di angoscia rivolto a tutto ciò che riguarda la religione e l’oltretomba e che emerge durante il confronto che Don Rodrigo ha con Fra Cristoforo quando il frate puntandogli contro il dito pronuncia in tono solenne quella che sembra una minacciosa profezia, “Verrà il giorno…” . L’episodio tornerà a disturbare i sogni di Don Rodrigo nella notte che anticiperà la scoperta della malattia che lo porterà alla morte: la peste.

I Promessi Sposi, l’analisi psicologica di Don Rodrigo: le differenze con Fra Cristoforo

Nel romanzo I Promessi Sposi, se il personaggio di Don Rodrigo è il simbolo della prepotenza e della superbia al contrario Fra Cristoforo è colui che fa uso del suo spirito combattivo e della tenacia per portare avanti un messaggio di pace e di aiuto verso i più deboli della società. Il confronto tra le due personalità ci aiuta a tratteggiarne l’identità per comprendere meglio non solo l’agire del singolo personaggio all’interno della storia ma anche i rapporti che intercorrono tra i vari attori del romanzo più famoso della letteratura italiana.

Don Rodrigo: il signorotto del paese in cui vivono Renzo e Lucia è mosso dall’orgoglio di appartenere alla casta nobile e fa uso della sua posizione privilegiata per applicare la legge del più forte compiendo soprusi sui più deboli e certo che pur violando la legge resterà impunito. Non serve che Don Rodrigo sia sempre coinvolto in prima persona per comprendere quale peso ha la sua esistenza sulle vite degli altri attori del romanzo perché egli riesce a esercitare sempre il potere di cui gode anche quando non è fisicamente presente. Sono i simboli, come il lussuoso castello o il ricorso ai bravi, che si fanno testimoni della sua autorità e insieme alle conseguenze provocate dal suo agire la presenza di Don Rodrigo viene sempre e comunque percepita dagli altri personaggi come una costante inevitabile. Don Rodrigo è l’antagonista della storia, un uomo dall’indole crudele che usa la sua prepotenza per prendersi tutto ciò che considera suo compresa la vita di Lucia, giovane contadina e promessa sposa di Renzo, di cui s’incapriccia non perché spinto da un qualche tipo di sentimento ma perché preoccupato di perdere una scommessa con suo cugino Attilio. È quindi l’alterigia che muove le azioni di questo personaggio insieme al timore di perdere il rispetto e la considerazione di coloro che considera suoi pari se dovesse uscire sconfitto dal terribile gioco di conquista in cui il cugino Attilio lo ha coinvolto. Ciò significa che se da un lato Don Rodrigo incarna il male, dall’altro è vittima della sua ricchezza e della posizione sociale che occupa e lo dimostra il fatto che pur conscio di poter violare la legge senza subire conseguenze a coloro che quella legge la esercitano chiede aiuto e complicità per garantirsi la necessaria protezione. A quello che potrebbe definirsi timore nei confronti della giustizia, si accompagna il terrore verso la religione e l’aldilà, un’angoscia che emerge durante il confronto con Fra Cristoforo che tenta di farlo tornare indietro sui suoi passi e convincerlo a rinunciare all’idea d’impedire il matrimonio tra Renzo e Lucia. A nulla serviranno gli accesi rimproveri del frate che quasi a voler pronunciare una profezia punterà il dito verso il signorotto affermando che “Verrà il giorno…” ma sarà bruscamente interrotto da un Don Rodrigo spaventato dall’idea di come il frate potrebbe concludere la frase. L’episodio terminerà con l’allontanamento del cappuccino che tornerà, verso la fine del romanzo, a disturbare i sogni di Don Rodrigo durante la notte che anticipa il mattino in cui il signorotto scoprirà di aver contratto la peste, malattia che lo condurrà alla morte.

Fra Cristoforo: il bene contrapposto al male, questo è Fra Cristoforo se messo a confronto con Don Rodrigo. Se il signorotto è crudeltà, prepotenza, superbia, prevaricazione sul prossimo, Fra Cristoforo è il simbolo degli alti valori umani e cristiani: carità, umiltà, perdono, attenzione verso i più deboli. Guidato da una forte fede e convinto che tutto quel che accade nella vita delle persone sia il frutto della volontà di Dio e della divina provvidenza, Fra Cristoforo crede negli ideali di giustizia e solidarietà e in nome di questi si reca in visita da Don Rodrigo nel vano tentativo di convincerlo ad abbandonare i suoi loschi piani che prevedono il rapimento della giovane contadina Lucia diventata, a sua insaputa, il premio di una scommessa in cui Don Rodrigo è stato coinvolto dal cugino Attilio. Prima di vestire i panni del frate, Fra Cristoforo si chiamava Lodovico e in un convento di cappuccini si era rifugiato dopo aver ucciso un nobile con cui si era battuto per futili motivi e che aveva a sua volta ammazzato Cristoforo, il servo di Lodovico che nel tentativo di proteggere il padrone aveva perso la vita. In memoria del fedele servitore Lodovico sceglierà di portare il suo nome una volta diventato frate, rinuncerà ai privilegi della vita e dedicherà l'esistenza agli ultimi in nome di quel senso del sacrificio a cui ogni uomo che sceglie di seguire gli insegnamenti di Dio è chiamato a rispondere. Di Lodovico, Fra Cristoforo conserverà la forte personalità portando avanti una battaglia con se stesso che lo vedrà impegnato per tutta la vita nel tentativo di cercare un equilibrio tra lo spirito del condottiero che era stato e l’anima mite dell’uomo servitore di Dio e degli ultimi che ha scelto di essere.

Capitoli dedicati al confronto tra Don Rodrigo e Fra Cristoforo

Leggi anche:

(Foto Cover – Don Rodrigo, Francesco Gonin / Interno, Don Rodrigo e Fra Cristoforo, Francesco Gonin)

PAGA CON

Ciao, benvenuto su ScuolaZoo! Come possiamo aiutarti?

ScuolaZoo