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Tracce Maturità 2019 sulla Brexit: svolgimenti per la Prima Prova

18 giugno 2019

Maturità 2019: traccia svolta sulla Brexit per ripassare

Volete scoprire quali sono le tracce di Prima Prova scelte dal Miur per la Maturità 2019? Seguite insieme a noi l'esame degli studenti di quinta superiore: Il giorno prima della Prima Prova di Maturità 2019 è un ottima cosa fare un ripasso di tutti gli argomenti d'attualità più importanti dell'anno, questa Maturità più che mai visto che tra le novità del Miur c'è la traccia del tema d'attualità. La Brexit rientra tra gli argomenti più scottanti del 2019 ed è probabile che il Ministro Bussetti abbia deciso d'inserire la traccia per provare a capire l'opinione dei giovani sull'argomento, cosa ne pensano dell'uscita della Gran Bretagna dall'Europa e che considerazioni si sono fatti della questione. Noi siamo pronti ad aiutarvi con una
traccia svolta che può essere un esempio di svolgimento di Prima Prova 2019! Quali sono gli altri temi d'attualit più caldi per la Maturità 2019? Scoprilo qui:

Tema svolto sulla Brexit per la Maturità: scaletta

Per scrivere un tema di attualità bisogna prima fare la scaletta. Essa sarà la vostra guida durante lo svolgimento della traccia! Vediamo quindi come è costruita la scaletta di un testo sulla Brexit:
  • Introduzione: all'inizio del vostro tema dovete spiegare che cosa è la Brexit.
  • Svolgimento: dopo aver dato una definizione di Brexit, nella parte centrale del tema dovete descrivere i momenti salienti, le cause e le conseguenze dell'uscita dello UK dall'Unione Europea, analizzando anche gli effetti della situazione sugli altri paesi.
  • Conclusione: concludete il vostro tema sulla Brexit facendo qualche considerazione su quanto sta accadendo a riguardo.

Traccia sulla Brexit: Introduzione

La Brexit è il processo di uscita della Gran Bretagna dall’UE, seguendo i risultati di un referendum tenutosi 23 Giugno 2016, il quale, con un risultato sorprendente, ha visto circa il 52% della popolazione esprimersi per il “Leave”, ovvero per l’uscita. Il referendum è stato voluto dall’allora primo ministro James Cameron, che assieme al suo partito non è mai stato chiaro circa la posizione sulla Brexit: pare che in realtà egli, pur non volendo un’uscita dall’Europa, per avere maggior margine di manovra nelle trattative, scelse di chiamare gli elettori britannici a un referendum sulla permanenza nell'Unione: la sua idea era mostrare a Bruxelles e ai partner europei la concretezza dell'opzione di uscita del Regno Unito dall'Unione, per renderli più malleabili nella trattativa in corso. Il risultato fu sorprendente e portò in breve tempo alle dimissioni dello stesso Cameron, sostituito dalla convinta euroscettica Theresa May.

Tema Brexit: Svolgimento

Bisogna dire che storicamente i rapporti tra la Gran Bretagna e l’Unione Europea non sono mai stati tanto idilliaci, o che quantomeno questo idillio non sia stato costante nel tempo: pare ironico che il primo politico a proporre un’unione tra gli Stati europei fu Winston Churchill, che ebbe questa intuizione nell'immediato dopoguerra, con la volontà di uscire dalla violenza del secondo conflitto mondiale, in nome di una stabilità politica ed economica del continente europeo, idea condivisa in quel periodo da gran parte dei politici, e che divenne ben presto realtà. Tuttavia i rapporti tra UE e Inghilterra sono sempre stati indecisi, fin dall’adesione nel 1973 alla Comunità Economica Europea da parte dello Stato inglese, che sempre ha mal digerito in particolare le ingerenze continentali nella regolazione dell’economia interna britannica. Questa continua altalena nei rapporti è poi sfociata nella Brexit, risultato di un malcontento politico e sociale diffuso in realtà anche in altri paesi dell’Unioni, si vedano anche Italia o Spagna. Dopo i risultati, che avevano comunque lo scopo di informare sulle volontà della popolazione britannica, non erano una forma vincolante, gli antieuropeisti hanno impugnato i risultati e chiesto al Parlamento britannico di esercitare i propri diritti, secondo l’Art. 50 della Costituzione Europea, secondo il quale ogni Stato membro ha diritto, secondo le proprie norme della Costituzione, di recedere dall’UE. Siccome solo il Parlamento aveva il potere per rendere esecutiva una proposta del genere, duri dibattiti sono avvenuti in seguito tra i due schieramenti, che hanno portato persino ad un omicidio, da parte di un fanatico, di Jo Cox, deputata laburista schierata per il “remain”; in definitiva, il 24 gennaio 2017, la Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito che il Parlamento solo poteva chiedere l’attivazione dell’Articolo 50, cosa avvenuta nel marzo 2017. Da allora, sono stati fatti grandi passi per l’uscita del Regno Unito dall’Europa, cosa che pare avverrà a fine marzo 2019, con totale conclusione nel dicembre 2020. Cosa pensare di tutto ciò? Di sicuro la Brexit andrà ad alterare fortemente gli equilibri socio-politico-economici della nazione britannica, e di tutta l’Europa. Dal punto di vista economico, le previsioni sono di una diminuzione del Pil ed in generale dell’economia di tutto il continente, in quanto vi saranno delle difficoltà nell’import-export dei prodotti britannici ed anche delle nazioni europee tutte verso la Gran Bretagna: ci saranno quindi dei delicati equilibri economici da riscrivere totalmente. Anche il turismo inglese sarà colpito, vista la difficoltà che ci sarà per gli abitanti dell’UE di recarsi sul suolo inglese. Fortunatamente, invece, i cittadini non britannici che vivono e lavorano in Inghilterra, manterranno gli stessi diritti che avevano in precedenza. Il punto ancora aperto e il più difficile da sciogliere nel divorzio è quello del confine fra Eire e Irlanda del Nord. Per evitare che torni un muro, un vero confine, fra la Repubblica d’Irlanda e Belfast, che è parte del Regno Unito, l’UE chiede che l’Ulster resti nel mercato unico e nell’unione doganale. Londra dice no perché il resto del Regno uscirà dal mercato comune e teme una richiesta di riunificazione da parte delle due Irlanda. Ha già da gestire la contrarietà della Scozia alla Brexit e l’ipotesi, non vicina, di una nuova richiesta di indipendenza scozzese. Un’altra paura, diffusa in Europa, è che questo crescente antieuropeismo possa diventare una moda che, seguendo il modello inglese della Brexit, porti altri paesi a chiedere la possibilità di esercitare l’articolo 50: non solo in Italia, anche i Paesi dell’Europa dell’Est, Ungheria, Austria ed altri non sono convinti delle ingerenze dell’UE nella loro gestione politica e non hanno come priorità la permanenza nell’Unione.

Traccia svolta sulla Brexit: conclusione

Insomma, di certo non sarà una fase di riassestamento facile, in una società così complessa e dalle mille sfaccettature (economia, politica, società e così via), e di certo porterà strascichi e scriverà una pagina di storia importante per l’Europa ed il mondo intero. (Crediti Immagini: Pixabay)
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