Zibaldone: significato, riassunto e struttura del libro di Leopardi
State studiando a scuola lo Zibaldone? L'opera di Leopardi è stata anche oggetto della prima Simulazione di Prima Prova 2019 come spunto per il tema di attualità e se, probabilmente possiamo tirare un sospiro di sollievo perché è improbabile che ci ritroveremo lo stesso argomento alla Maturità 2019, non siete esenti da compiti, verifiche e magari chissà... mai dire mai in un bis del Miur! Se volete saperne di più sul riassunto, significato e le frasi più importanti dello Zibaldone di Giacomo Leopardi, non perdete questo articolo di ScuolaZoo!
Qui trovate la traccia svolta su Leopardi e la felicità con spunto dallo Zibaldone:
Riassunto dello Zibaldone: tematiche e teorie
Lo Zibaldone del Leopardi è un’opera vasta, immensa dal punto di vista nozionistico e in termini fisici (ben 4525 pagine!), scritta in un lasso di tempo ventennale da parte dell’autore e che raccoglie, in ordine sparso, vari e numerosi pensieri, spunti, pareri, riflessioni sulla propria poetica, vita e modo di intendere l’esistenza da parte dell’autore.
Nello specifico, i temi trattati sono: la religione cristiana, la natura delle cose, il piacere, il dolore, l'orgoglio, l'immaginazione, la disperazione e il suicidio, le illusioni della ragione, lo stato di natura del creato, la nascita e il funzionamento del linguaggio (con anche diverse annotazioni etimologiche), la lingua adamica e primitiva, la caduta dal Paradiso, il bene e il male, il mito, la società, la civiltà, la memoria, il caso, la poesia ingenua e sentimentale, il rapporto tra antico e moderno, l'oralità della cultura poetica antica, il talento, e, insomma, tutta la filosofia che sostiene e nutre la propria poesia. Va da sé che ci sia un filo di conduttore all’interno dell’opera che mostra anche l’evoluzione del pensiero leopardiano, che lo stesso autore avrà cura nel mostrarlo, riordinando ad un certo punto lo Zibaldone stesso e inserendo riferimenti a suoi pensieri precedenti, rendendolo nel tempo un’opera organica.
La teoria leopardiana sul dolore
Tra i temi maggiormente trattati, il dolore, il ricordo e la poesia sono capisaldi fondamentali: il dolore viene inteso come la legge della realtà ed è universale. Esso riguarda "non gli individui, ma le specie, i generi, i regni, i globi, i sistemi, i mondi" (Zibaldone, 3); Il ricordo ha, come detto, un'importanza fondamentale nella poesia leopardiana: "La rimembranza è essenziale e principale nel sentimento poetico, non per altro se non perché il presente, qual ch'egli sia, non può essere poetico; e il poetico, in uno o in altro modo si trova sempre consistere nel lontano, nell'indefinito, nel vago" (Zibaldone, 6); La poesia è poi identificata da Leopardi con il senso dell'indeterminato e con le emozioni interiori cui corrispondono alcune particolari parole evocatrici di immaginazioni e rimembranze infinite: lontano, antico, notte, notturno, oscurità, profondo, ecc. (Zibaldone, 9).
Il rapporto tra l'uomo e la natura nello Zibaldone
Dolore e ricordo possono essere inseriti nel più ampio contesto del grande tema letterario Leopardiano: il “rapporto tra l’uomo e la natura”.
Si può denotare infatti nell’opera l’evoluzione del pensiero dell’autore su tale tematica: inizialmente un rapporto benevolo tra l’essere umano e la natura, che nella visione romanticamente cupa di Leopardi va poi negli anni a trasformarsi in uno scontro che vede l’uomo succube di un’esistenza soggetta e destinata alla sofferenza. Nell’ultima fase la natura assume l’immagine di una madre assassina che crea per distruggere, al solo scopo di perpetuare il circolo materiale di riproduzione, garantendo così una gelida ripetizione del Creato, senza alcun miglioramento della vita umana ma come solo fine di sopravvivenza di ciò che è.
La teoria del piacere nello Zibaldone
In ultimo, la riflessione sul piacere: l’uomo leopardiano infatti è definito nella sua sete insaziabile di felicità, cioè di piacere, che si manifesta in ogni attività, compresa l’espressione poetica. Purtroppo però, allacciandosi anche col tema naturale, l’uomo è un essere destinato, in quanto mortale, limitato, finito, a percepire l’anelito di infinità, di infinita gioia e benessere, senza mai poterlo afferrare, percepire come proprio. A causa di ciò l’uomo è condannato a una condizione di angoscia, che Leopardi chiama «noia», caratterizzata dal vuoto esistenziale e dalla perdita di contatto con gli impulsi vitali.
Struttura dello Zibaldone
Di per sé, come detto, lo Zibaldone non nacque come opera strutturale: l’autore ne cominciò una libera scrittura su un proprio quadernetto a soli diciannove anni, creando il primo nucleo di quella che sarebbe poi diventata l’opera: nella prima parte infatti la stesura è confusionaria, non ordinata e molto casuale, poi dal 1827 viene reso un vero e proprio diario di vita, nel quale il poeta annota gran parte della propria esperienza letteraria e dell’evoluzione del suo pensiero, dei suoi interessi e di tutto ciò che può essere la base delle sue discussioni filosofico-letterarie, organizzandolo anche con un’indicizzazione cui fa spesso riferimento per eventuali richiami o rimandi interni, che lo trasformano appunto in un’opera autonoma.
Zibaldone Significato
Come già detto, il significato del libro dato dallo stesso autore è quello di raccolta di pensieri, spunti tematici e filosofici, idee che andranno poi a maturare in altre opere, minori o maggiori (si pensi all’idillio “l’infinito”, il cui pensiero matura chiaramente all’interno dello Zibaldone).
Per una chiarezza migliore, lo Zibaldone può avere tre chiavi di lettura:
- Modo strumentale, ovvero una stesura di idee che andranno a prendere corpo in opere dedicate del poeta;
- Modo tematico, che permette uno studio dell’evoluzione del pensiero filosofico dell’autore;
- Modo autonomo, come semplice diario di vita del Leopardi.