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No compiti a casa dopo scuola: la proposta di un preside

26 settembre 2018

Compiti a casa: la proposta per abolirli (almeno al tempio pieno)

Prima di arrivare al tema del dibattito - quello dei compiti a casa - proviamo per un attimo a riepilogare la giornata di uno studente, cercando di essere realistici. Al mattino questo ragazzo si sveglia, si lava, fa colazione, esce di casa e si reca a scuola. Qui segue le lezioni, fa un po' di ricreazione, a volte pranza nell'istituto, e a un certo punto torna a casa. Dopo un tot di ore variabili passate a sgobbare sui libri, o comunque con gli occhi e le orecchie rivolti a quanto l'insegnante cerca di fargli comprendere, una volta tra le quattro mura domestiche può rilassarsi, no? Beh, considerando che farà almeno un'attività sportiva una o due volte alla settimana, che dovrà vedere gli amici, che se ha un/a fidanzato/a vorrà trascorrere del tempo con questi, e che se ha degli hobby vorrà coltivarli non rimane poi moltissimo tempo... e invece cosa accade alla maggior parte degli studenti? Ancora libri, ancora studio e soprattutto una marea di compiti a casa. C'è però chi si ribella, e fa notare l'assurdità della mole di lavoro che viene assegnata agli studenti. Secondo il dirigente scolastico Maurizio Parodi "i compiti a casa devono essere vietati per legge almeno nelle scuole a tempo pieno". La sua proposta sarà accolta? Cosa prevede nel dettaglio? Scopriamolo insieme! Non perdere anche: [caption id="attachment_317127" align="alignnone" width="600"]compiti a casa basta Foto: Pixabay[/caption]

Compiti a casa aboliti: i pro e contro secondo il dirigente scolastico Maurizio Parodi

Secondo il dirigente Parodi, i ragazzi, dopo 8 ore di studio, tornerebbero a casa solo per rimettersi a imparare nozioni che hanno da poco appreso. Certo, è vero che a quell'età è molto importante assumere le nozioni fondamentali, ma qui si esagera, fa notare il preside, che descrive la situazione come "una forma di morboso accanimento che rasenta la crudeltà mentale." Parole piuttosto forti, in effetti, alle quali si accompagnano persino una denuncia riguardo la "patente, sistematica (e penosa) violazione di diritti fondamentali, al rispetto dei quali sono chiamati anche e soprattutto i docenti", con un  paradosso pedagogico che sarebbe in contrasto con i diritti sanciti dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Discorso simile ma un po' più sfumato per gli studenti delle medie. Il dibattito si fa più interessante e riguarda nello specifico il ruolo della scuola nella vita di un ragazzo: deve avere la priorità su ogni altra cosa (e allora è giusto pretendere un'ora o due al giorno di lavoro a casa) oppure è solamente una componente nella formazione di un giovane (e quindi andrebbe dato spazio ad altre attività)? E gli insegnanti? Se non riescono a inculcare i concetti base senza poi pretendere ripetizioni incessanti a casa fanno davvero il loro lavoro? Chiaramente esageriamo per amore di polemica, perché è ormai risaputo che l'apprendimento può avvenire solo riprendendo a distanza di tempo le informazioni e utilizzandole in qualche modo, ma siamo davvero sicuri che ripetere  decine di esercizi di matematica formi in modo sostanziale i ragazzi? Di fatto esistono alcune associazioni di docenti e presidi che hanno scelto di non assegnare compiti, né durante l'anno né per le vacanze: un modo per non avere troppo lavoro a casa, sosterrà qualcuno, ma se arrivati ai test di fine anno i loro allievi si dimostrano all'altezza degli standard nazionali vuol dire che c'è qualcosa che non va nel supplizio post-scuola. Secondo Parodi questo può essere "un provvedimento a costo zero che potrebbe riconciliare gli studenti con la scuola, e rasserenare i rapporti tra studenti e docenti, tra scuola e famiglia, tra genitori e figli, e che non pregiudica la qualità dell’insegnamento": di fatto anche altri Paesi europei hanno scelto questa strada e oltre 800 insegnanti sostengono questa scelta. Difficile dire dove sia la verità, ma se non altro potrebbe essere arrivata l'ora di rimettere in discussione un elemento base delle giornate degli studenti. Ma non prendeteci per stupidi: lo sappiamo che copiate spudoratamente dal secchione di classe. Ma anche lui ha diritto a riposarsi ogni tanto. Foto Copertina: Pexels
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