L’apostrofo, da non confondere con l’accento, è soggetto a una regola grammaticale molto comune nella nostra lingua italiana. Per
evitare errori, ecco alcuni esempi di parole che richiedono la sua presenza e le regole grammaticali da seguire per non sbagliare più. L’apostrofo si usa:
1. Apostrofo in caso di elisione
In caso di elisione, esso indica la caduta della vocale finale di una parola seguita da un’altra parola che inizia anch’essa per vocale.
Esempi:
- la ape, l’ape
- una amica, un’amica
- santa Anna, sant’Anna
- trenta anni, trent’anni
L’articolo indeterminativo maschile
UN, non va mai apostrofato perché non ha subito alcuna elisione. Non ha quindi
MAI bisogno dell’apostrofo!
2. Apostrofo in caso di troncamento
Tale particella si usa quando vi è un troncamento ovvero quando in una parola cade la sillaba finale.
Esempio: be’,
po’, fra’, ca’.
In questo gruppo rientra anche la 2
a persona dell’imperativo dei verbi
dare,
dire,
fare,
stare,
andare, la “i” cade e si mette l’apostrofo.
- dai ▶ da’
- dici ▶ di’
- fai ▶ fa’
- stai ▶ sta’
- vai ▶ va’
3. Apostrofo per abbreviare le date.
Esempio: gli anni ’30, gli anni ’90.
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