Tecnologia dominante: utilità e limiti
La tecnologia nella quotidianità
Il mondo che conosciamo e a cui siamo abituati è un mondo fatto di tecnologia: dai sistemi di pagamento automatizzati nei supermercati, con lettori di codici a barre, alle metropolitane che viaggiano senza conducente, come la nuovissima linea M5 di Milano, fino ai BitCoin, la moneta virtuale sempre più usata dagli investitori di tutto il mondo, la nostra quotidianità è scandita da prodotti e servizi tecnologici di cui spesso non ci rendiamo nemmeno conto.
E così cambiano i nostri modi di sentire, comunicare, apprendere e vivere. Ormai si parla di smartphone, smart tv, smart watch, smart city, smart house: ogni oggetto e servizio costituisce un’intelligenza artificiale, in grado di sostituirsi all’uomo, assicurandogli una migliore qualità di vita. Nessuno di noi riesce a spostarsi senza il proprio cellulare con connessione a Internet o a rinunciare alla chat sui social network. L’ambito medico è stato sicuramente campo privilegiato della tecnologia: in particolar modo le nanotecnologie, a supporto della ricerca medica, delle pratiche cliniche, dell’assistenza ai cittadini, hanno consentito di raggiungere importanti traguardi, come un miglioramento delle aspettative di vita e della condizione di malato, l’introduzione di tecniche innovative nel trattamento di gravi patologie.
L’utilità della tecnologia
Molti guardano con preoccupante allarmismo e angoscia la rapidità con cui le scoperte tecnologiche entrano a far parte del quotidiano e, se da un lato è innegabile che alcune di queste rendono ogni giorno migliore l’esistenza e facilitano molte delle azioni, dall’altro lato il rischio è che si perda il controllo sulla tecnologia e non si riesca a porre un limite all’esagerato desiderio di scoperta.
L’utilità della tecnologia non va però messa in discussione: da sempre l’uomo, a partire dalla capacità di dominare il fuoco e dall’invenzione della ruota migliaia e migliaia di anni fa fino alle grandi scoperte della Rivoluzione Industriale di inizio Novecento, ha cercato di progredire, di evolversi e di perfezionarsi. Si sono velocizzati i tempi di comunicazione e trasporto, tanto che ormai, con un semplice clic, ci si può mettere in contatto con chiunque in qualunque parte del mondo, si sono scoperte tecnologie capaci di difendere e di proteggere l’uomo da attacchi esterni, si sono introdotte nuove cure mediche.
Una tecnologia al servizio dell’uomo
Ciò che conta è che la tecnologia rimanga al servizio dell’uomo: l’invasione di oggetti e servizi tecnologici comporta il grave rischio che l’uomo diventi schiavo delle sue stesse invenzioni e che la vita non appartenga più all’uomo ma alle macchine da lui stesso create. Si stima che numerosi lavori che oggi conosciamo e che svolgono i nostri genitori siano destinati a scomparire, come una specie in via d’estinzione: ci saranno le macchine che produrranno forza-lavoro al posto dell’uomo. Ma nessuna delle macchine e dei robot può avere ciò che è una nostra caratteristica esclusiva: l’umanità. La passione, la creatività, l’ingegno, il desiderio sono tratti che distinguono l’uomo, che ci differenziano dagli stessi animali e che ci permettono di sperimentare e di inventare proprio quelle nuove tecnologie che non devono diventare il centro della nostra vita. Ogni tecnologia in grado di migliorare la nostra qualità di vita va usata e condivisa, messa al servizio degli altri: l’uso del computer ci consente di scrivere testi e di navigare in rete, conoscendo nuove realtà e condividendo con altri la nostra esperienza, l’uso di forme di pagamento virtuali ci permette di acquistare in sicurezza e velocemente, le nanotecnologie mediche ridanno speranza a coloro che si erano visti peggiorare la propria esistenza, a seguito di un incidente o di una malattia. Ma la tecnologia non deve diventare dominante: ciò che è umano deve restare umano, altrimenti perderemmo la nostra intelligenza complessa, saremmo svuotati del nostro essere. Il “transumanismo”, di cui parla il saggista Roberto Rocco, è un superamento dell’umano, cioè un andare oltre il fatto di essere umani, ma è estremamente pericoloso, perché ciò che per anni è stato scritto solo nei libri di fantascienza rischia di diventare una tragica realtà: quando la tecnologia piega la Terra alle sue logiche, la Terra si ribella e chi ne fa le spese è inevitabilmente l’uomo.