Elezioni 2018: cosa sapere su sistema proporzionale, maggioritario e la nuova legge elettorale Rosatellum
Manca ormai pochissimo alle
elezioni politiche 2018 e, anche se non avete ancora l'età per votare, è utile sapere chi sono i
candidati, i
partiti, ma anche come funziona la
legge elettorale che disciplina la distribuzione dei seggi in Parlamento, sia per cultura personale che per questioni scolastiche, nel caso il vostro professore o professoressa vi chiedesse di scrivere un
tema sulle elezioni o nel caso vi capitasse una
traccia sul voto in Italia durante la
Prima Prova di Maturità 2018. Se siete un po' appassionati di politica o vi piace rimanere aggiornati sull'attualità, saprete che il
4 marzo, giorno delle elezioni italiane, secondo il sistema elettorale introdotto dal
Rosatellum bis. La nuova legge elettorale è stata approvata dal nostro Parlamento a fine ottobre 2017 e va a sostituire l'Italicum modificato dalla Corte Costituzionale alla Camera e il Consultellum per il Senato. Non capite di cosa stiamo parlando? Partiamo dalle basi: la legge elettorale è una norma dello Stato con la quale si disciplina il modo in cui i parlamentari - deputati e senatori - sono eletti; in particolare, ci sono due modi, chiamati
sistemi elettorali, con cui si stabilisce quali sono i partiti e i candidati che, in base al numero di voti, ottengono un determinato numero di seggi in Parlamento:
- il sistema proporzionale
- il sistema maggioritario
Quali sono le
differenze principali tra questi due sistemi di voto? Qual è il migliore? E soprattutto cosa prevede Rosatellum bis, la nostra legge elettorale? In quest'articolo noi di ScuolaZoo cercheremo di rispondere a tutte queste domande sulle elezioni politiche 2018!
Dopo due mesi dalle elezioni, finalmente avremo un nuovo governo! Ecco cosa sapere:
Sapete che se la vostra scuola è sede di seggio elettorale avrete alcuni giorni di vacanza grazie alle elezioni italiane 2018? Scoprite quali sono i giorni di festa e se sarete tra gli studenti fortunati:
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Sistema proporzionale: significato ed esempio
Partiamo con la descrizione del
sistema proporzionale, che per anni (fino almeno al 1993), è stato il sistema elettorale più usato in Italia. In base a questo sistema di voto,
i partiti politici ottengono un numero di seggi in Parlamento - nel nostro caso alla Camera dei Deputati e al Senato -
in proporzione al numero dei voti ricevuti. Il sistema proporzionale puro prevede che il territorio nazionale sia diviso in tanti
collegi plurinominali, in ciascuno dei quali, cioè, vengono eletti più candidati. Ogni partito, infatti, elabora delle
liste di candidati che possono essere tanti quanti sono i seggi in palio in quel collegio elettorale. Gli elettori votano tramite la lista per il partito politico e, se previsto, per il singolo candidato. Una volta effettuato lo spoglio delle schede elettorali i posti in palio in quel collegio vengono distribuiti in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna formazione politica.
Facciamo un
esempio di sistema proporzionale: in un collegio sono previsti 10 seggi e i partiti per cui è possibile votare sono tre (A,B,C). Nel caso A ottenga il 40% dei voti, B 30% e C 10%, il partito A ottiene 4 seggi in Parlamento, B ne ottiene 3 e C solamente 1.
Sistema proporzionale: vantaggi, svantaggi e correttivi
Quali sono i
vantaggi del sistema proporzionale?
- Tutti i partiti, anche quelli minoritari, ottengono una rappresentanza in Parlamento, quindi nessun voto va perduto.
- Il Parlamento è una fotografia precisa del voto degli elettori: ogni partito ottiene un numero dei seggi proporzionale al numero di voti ricevuto.
Quali sono gli
svantaggi del sistema proporzionale?
- Il più grande svantaggio del sistema proporzionale è che spesso non garantisce la governabilità: creando un quadro frammentato, a causa della presenza di numerosi partiti, è necessaria la creazione di coalizioni multipartitiche, che però possono anche sfaldarsi in ogni momento. In Italia, ad esempio, la caduta dei governi era un fenomeno particolarmente diffuso durante la Prima Repubblica, facendo sì che si creasse di frequente una situazione di instabilità politica.
Per questo motivo, il sistema elettorale può essere modificato con l'introduzione di alcuni correttivi, come le
soglie di sbarramento (i partiti che ottengono meno di un tot di voti non possono entrare in Parlamento) o il
premio di maggioranza (dare al partito che ottiene più voti un numero di seggi che gli permetta di avere in Parlamento la maggioranza assoluta e dunque garantisca maggior stabilità di governo).
Sistema maggioritario: cosa sapere e differenza con il sistema proporzionale
Il
sistema maggioritario è quello più antico, in quanto nacque nel '600 in Inghilterra ed è ancora il sistema dominante non solo in Gran Bretagna, ma anche negli Stati Uniti, Canada e Australia. Il sistema maggioritario attribuisce un
premio di maggioranza al partito che ottiene la maggioranza relativa di voti, così da garantire la governabilità del Paese. In genere, il sistema maggioritario prevede
collegi uninominali, cioè il territorio nazionale viene diviso in tante aree geografiche, chiamate collegi, tanti quanti sono i senatori o i deputati da eleggere. Ogni partito presenta un solo candidato e quello che riceve più voti è quello che ottiene il seggio. Questo sistema elettorale, a differenza del sistema proporzionale, garantisce una
maggiore stabilità politica, ma va a
penalizzare i partiti di piccole dimensioni, rischiando di minare, in alcuni casi, la base più pura del
pluripartitismo su cui si basa la democrazia moderna.
Rosatellum Bis: cosa prevede la nuova legge elettorale italiana
Alle
elezioni 2018 del 4 marzo voteremo con sistema elettorale proporzionale o maggioritario? In realtà, la
nuova legge elettorale, chiamata
Rosatellum Bis, prevede un
sistema misto proporzionale e maggioritario, in cui un terzo dei candidati deputati e senatori è eletto in collegi uninominali (un solo candidato per partito/coalizione, il più votato è eletto), mentre i restanti due terzi sono eletti con un sistema proporzionale sulla base di liste presentate dai partiti.
Rosatellum collegi uninominali e plurinominali: numero di seggi elettorali in Italia e come sono distribuiti
I 630 seggi elettorali della
Camera dei Deputati saranno assegnati nel modo seguente:
- 232 in collegi uninominali
- 386 in piccoli collegi plurinominali (circa 65 collegi)
- 12 nella circoscrizione estero
Il numero di seggi elettorali in Italia riservati al
Senato è 315 e saranno invece distribuiti così:
- 116 in collegi uninominali
- 193 in piccoli collegi plurinominali
- 6 nella circoscrizione estero
I 232 candidati più votati in ogni collegio uninominale alla Camera e i 116 del Senato otterranno direttamente il proprio seggio, anche nel caso avessero ottenuto solo un voto in più degli avversari.
I collegi elettorali sono stabiliti su base nazionale alla Camera, mentre al Senato sono ripartiti su base regionale, come previsto dalla Costituzione italiana.
Rosatellum: premio di maggioranza e soglie di sbarramento
Il Rosatellum non prevede
nessun premio di maggioranza, ma una
doppia soglia di sbarramento: il 3% per le liste singole alla Camera e il 5% al Senato. Inoltre, è prevista una soglia al 10% per le coalizioni.
Rosatellum: continua la spiegazione sulla legge elettorale
Ecco infine altre cose da sapere sul Rosatellum bis:
- Le liste, nei collegi plurinominali, sono bloccate o chiuse (è il partito a decidere la lista e l'ordine dei candidati).
- Il voto non può essere disgiunto, cioè non si può votare per un partito e poi per un candidato di un altro partito.
- Nessuna partito può presentare una lista con più del 60% dei candidati appartenenti a uno dei due sessi.
(Credits foto: Pixabay)