Blue Whale Challenge: il gioco dalle regole folli è una bufala?
Blue Whale Challenge o
Balena Blu che dir si voglia, il concetto non cambia: si tratta di un
gioco dalle
regole violente che in
50 giorni spinge al
suicidio i ragazzini che partecipano. Da qualche giorno, però, le cose sembrano essere meno chiare: in molti iniziano ad essere convinti che il
Blue Whale sia una bufala. Eppure il mondo dei media ha dedicato ampio spazio all'argomento dopo la messa in onda del servizio de Le Iene a tal proposito.
Prima di analizzare ciò che c'è di vero in tutto questo va fatta un considerazione iniziale: i giornali spesso enfatizzano le informazioni per renderle più appetibili, non vi stiamo dicendo nulla di nuovo, ma su questi argomenti non si scherza mai. E lo sanno bene anche i giornalisti più seri che sulla Blue Whale hanno cercato di dare un quadro complessivo perchè dietro a tutto questo un fondo di
verità c'è e basta a rendere questa storia
molto pericolosa.
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Blue Whale Challenge: è tutto vero?
Questa terribile competizione che porta al suicidio di giovanissimi ragazzi, la Blue Whale Challenge, ha molti
elementi che possono provarne la veridicità. Il numero di
suicidi è reale ed è molto elevato, soprattutto in Russia. Senza contare che il caso del giovane
ragazzo livornese morto suicida a febbraio ha molti elementi che riportano alla Blue Whale Challenge. Senza contare che proprio nel servizio de Le Iene, che mai avrebbero toccato questo argomento con superficialità, ci sono le
interviste con madri, padri e amici di vittime di questa terribile pratica. Ultimo, ma non per importanza, è il caso di una
tredicenne che proprio nelle scorse ore è stata ricoverata d'urgenza nel reparto di psichiatria dell'ospedale di
Ancona.
Blue Whale Challenge: 13enne tenta il suicidio, salva grazie alle amiche
La ragazza
stava per buttarsi da un palazzo, aveva completato le 50 orribili fasi della Blue Whale Challenge ed era pronta a togliersi la vita. Le sue
compagne di classe però, attente, hanno visto che la loro amica aveva dei tagli sulle braccia e il suo comportamento era cambiato radicalmente nell'ultimo mese. Allarmate hanno così deciso di avvisare i genitori e la tredicenne è stata salvata appena in tempo. Poco prima di concludere la macabra sfida.
Blue Whale Challenge: perchè dovrebbe essere una bufala
Come vi abbiamo spiegato all'inizio la
Blue Whale Challenge, questa sorta di macabra competizione che in 50 step
manipola la mente dei ragazzi più giovani e
li istiga a suicidarsi, potrebbe essere una fake news. Spieghiamoci meglio: i casi di suicidio ci sono stati tutti, non se li è inventati nessuno. Come nessuno si è inventato l'esistenza di
gruppi autolesionisti sui social russi come VKontakte, eppure c'è qualche tassello a contorno che non è chiaro.
Diversi media russi, infatti, stanno indagando il fatto che la maggior parte delle testate abbia fatto "di tutta l'erba un fascio", ossia abbia preso
diversi casi di suicidio e li abbia etichettati sotto il nome di
Blue Whale senza approfondire se fosse reale o meno. Molti giornali poi sostengono che non vi sia un modo reale per iscriversi al gruppo, ma su questo, lo sapete meglio di noi, i ragazzi sono molto scaltri e se non vogliono far trovare una cosa nel web sanno come tenerla nascosta. La Blue Whale potrebbe funzionare tramite un passaparola che porta ad un gruppo web con, magari, un nome completamente diverso in apparenza.
Allo stesso modo è vera la storia di
Rina Palenkova, la giovane ragazza russa morta suicida mentre si riprendeva, da cui sarebbe nato tutto questo movimento della Blue Whale. Però i giornali, hanno spiegato che forse in un primo momento hanno dato troppo spazio a questa storia trasformandola in quella che abbiamo già definito una "creepypaste", ossia una leggenda metropolitana raccontata per far paura.
La sfida al suicidio, Blue Whale Challenge: vera o falsa poco importa
Dopo aver analizzato nel modo più oggettivo possibile gli elementi veri e falsi che circolano nel web attorno alla
Blue Whale Challenge ci prendiamo la libertà di raccontarvi un paio di cose.
La prima riguarda i
media: dovete sempre leggere con attenzione ciò che circola sul web perchè, nel bene e nel male, non sempre è tutto vero. Dalle notizie più frivole a quelle più lugubri come quella sulla
Blue Whale Challenge, bisogna avere
spirito critico nel leggere.
Su questo tema poi, la sfida del suicidio della Balena Blu, va detto che è pericoloso. Molto. Non importa se la
Blue Whale Challenge sia un nome inventato per fare click, perchè la verità è che
molti giovani fragili sono morti davvero. I ragazzi, in momenti difficili come l'adolescenza e la crescita, possono essere
manipolati facilmente da persone più forti e indotti a fare cose orribili.
Non si tratta solo del gesto estremo del sucidio, basta pensare a casi come il
bullismo. Cosa credete che sia
un bullo? Semplicemente un ragazzo fragilissimo, molto più di voi, che maschera le sue insicurezze nel modo sbagliato: ossia con la violenza. Ecco allora che approfittarsi di una debolezza può portare a sciocchi nomignoli che fanno male, oppure chi viene ferito può cominciare a
credere veramente di essere diverso, di essere una balena azzurra che ha perso il suo branco è ha come unica soluzione quella di morire spiaggiandosi.
Questa
Blue Whale Challenge, le morti legate a questa pratica (ma anche se non fossero correlate poco importa) devono portare a qualcosa di bello,
devono avere un senso, almeno per chi resta. Speriamo dunque che si possa trarre un insegnamento da tutto questo, come il rispetto del prossimo, il concetto della compassione e la
solidarietà tra ragazzi. Perchè tanto, siamo tutti uguali e aiutarsi l'un l'altro non può che fare bene.