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Saggio breve sul terrorismo islamico

19 settembre 2017

Saggio breve sul terrorismo islamico per la Prima Prova 2018

Tra gli argomenti d’attualità più quotati per la Prima Prova di Maturità 2018 troviamo sicuramente il terrorismo islamico. Anche quest'anno, purtroppo, il tema resta di grande attualità quindi è possibile che il Miur scelga di proporre una traccia per ragionare su ISIS, terrorismo, islamismo, estremismi e integrazione. Il 20 giugno, giorno di Prima Prova, potrà uscire un tema sul terrorismo oppure la traccia potrà rientrare nella Tipologia B e quindi i maturandi dovranno svolgere il saggio breve sul terrorismo islamico. Le tracce ovviamente sono segretissime, ma a scuola e in classe questo argomento è all'ordine del giorno e molti studenti pensano che gli attentati che stanno tristemente popolando le pagine di cronaca in questi mesi siano un valido motivo per inserire il saggio o il tema sul terrorismo nel tototema per la Prima Prova 2018. Devi scrivere un saggio breve ma hai non sai da che parte iniziare per mettere insieme le notizie che hai sentito e letto qua e là sul terrorismo islamico? Fortunatamente per te, ci siamo qui noi a darti una mano, così potrai andarti finalmente a divertire! Sei pronto a dire “ciaone” ai compiti? Bene, allora leggi di seguito il nostro saggio breve sul terrorismo islamico, con tanto di riflessioni per spiegare al meglio che cos'è il terrorismo,  documenti, titolo, consegna e testo. Il 14 agosto, a Londra, un auto si è schiantata contro il Parlamento. Si tratta di atto terroristico? Ecco cosa succede: Avevi bisogno di un tema e non di un saggio breve? Lo trovi qui: [caption id="attachment_284732" align="aligncenter" width="640"]
Saggio breve sul terrorismo islamico svolto Saggio breve sul terrorismo islamico svolto come tema di prima prova della Maturità[/caption]

Saggio breve sul terrorismo islamico: i  documenti

A differenza del tema libero, quando si scrive un saggio breve è necessario fare riferimento ad alcuni documenti che dovremo utilizzare e citare per argomentare il nostro testo. Ecco i documenti che abbiamo scelto per questo saggio breve sul terrorismo islamico:
  • Documento 1 Stando alla nuova valutazione del livello di rischio effettuata dal National Counterterrorism Center, infatti, Al Qaeda ha potuto rigenerarsi alla perfezione malgrado quasi sei anni dì guerre, bombardamenti e altre offensive mirate ad annientarla. Un testo di appena cinque pagine, scritto da un pool di esperti anti-terrorismo in vista della pubblicazione del prossimo National Intelligent Estimate (un rapporto complessivo prodotto da diverse agenzie di sicurezze governative), secondo il quale Osama Bin Laden si sarebbe ricostruita "ad un livello mai visto dal 2001" e sta mostrando "un'abilità sempre più grande nel pianificare attentati in Europa e negli Stati Uniti. Al Qaeda, si legge nei rapporto, ha creato " il più ampio programma di addestramento dal 2001", un programma che prevede l'impiego di agenti europei", e ha fatto del Pakistan di Pervez Musharraf una sorta di porto franco per i militanti della rete terroristica. Un aspetto messo in luce già qualche giorno fa da John Kringen, responsabile della direzione analisi della Cia, che aveva sottolineato le rinnovate capacità operative di Al Qaeda in un intervento presso una commissione del congresso americano. " Sembrano ben stabiliti negli spazi privi di autorità del Pakistan", aveva dichiarato il dirigente in riferimento alla rete di Bin Laden. "Vediamo più attività di addestramento. Più denaro. Più comunicazione. Le loro attività aumentano". Da "LOTTA AL TERRORISMO INTERNAZIONALE" documento ONU.
  • Documento 2 II rischio è che una malintesa, fondamentalista, visione della legalità ci porti ad abbassare drammaticamente le difese, per esempio a isolare i nostri addetti alla sicurezza dal resto dei servizi segreti occidentali, perdendo così l'input più prezioso nella guerra simmetrica contro il terrorismo: le informazioni. Una classe dirigente degna di questo nome non può fare finta di nulla. Viviamo nel rischio d'attentati; in ogni istante può scatenarsi il diavolo; esplosioni, gas tossico, peste manufatta; e quando la posta sia enorme, avrebbe senso rifiutare espedienti forse utili, quali la tortura, in ossequio all'etica inerme? È assolutamente necessario, come dimostrano anche i contraccolpi dell'inchiesta giudiziaria sul sequestro di Abu Omar, che un confronto tra politica, operatori del diritto (magistrati, avvocati) e operatori della sicurezza abbia luogo. Per ricostituire quel compromesso tra stato di diritto e sicurezza nazionale che in Italia, proprio in uno dei momenti più cupi e pericolosi della storia recente dell'Occidente, è venuto meno. È un'esigenza vitale. Letteralmente. F. Cordero da "La Repubblica"
  • Documento 3 II terrorismo fondamentalista non ha fini ben chiari e dichiarati: i Palestinesi vogliono cacciare via gli ebrei, i Ceceni l'autonomia da Mosca , gli irredentisti del Kashmir riunirsi al Pakistan, ma cosa si proponevano coloro che abbatterono le Twin Towers?. Nessuno ha avanzato richieste magari anche solo irrealistiche anzi nessuno ha nemmeno mai rivendicato l'attentato. La serie di attentati precedente e seguenti hanno lo stesso carattere: nessuna rivendicazione, nessuna richiesta esplicita. Gli "shaid" (Kamikaze, come si dice in occidente) fanno esplodere bombe in Turchia, in Arabia in Marocco in Indonesia uccidono e fanno stragi indiscriminate. Rapporto Nazioni Unite "Atti del Convegno"
Per approfondire:

Saggio breve sul terrorismo islamico: tema svolto

Dopo aver letto i documenti e la consegna della traccia non ti resta che iniziare a svolgere il saggio breve. Qui trovi lo svolgimento suddiviso per la scaletta.

Saggio breve sul terrorismo islamico: titolo e consegna

Un saggio breve, oltre a contenere il riferimento ad alcuni documenti, deve anche avere un titolo e un destinatario. Scegliamo titolo e consegna per il nostro saggio breve sul terrorismo islamico.
  • Titolo: Come si è evoluto il terrorismo islamico: le nuove minacce per l’Occidente
  • Consegna: rivista di geopolitica

Saggio breve sul terrorismo islamico: introduzione

Il 22 marzo 2017 un uomo britannico con un passato turbolento e radicalizzatosi da alcuni anni ha lanciato la sua auto contro dei pedoni che camminavano sul Westminster Bridge a Londra per poi cercare di entrare nel Parlamento britannico: armato di coltelli ha colpito mortalmente un poliziotto prima di venire ucciso a colpi di pistola. Cinque vittime e una quarantina di feriti. Esattamente un anno prima, un commando di uomini si faceva esplodere all’aeroporto internazionale di Bruxelles e in metro, seminando morte, panico e disperazione. Questo è il nuovo volto del terrorismo internazionale di matrice islamica che abbiamo purtroppo imparato a conoscere dall’11 settembre 2001, quando il mondo rimase sconvolto dall’attentato alle Torri Gemelle di New York. Da quella data l’Occidente ha dovuto ripensare alle proprie strategie di sicurezza in un panorama internazionale sempre più frammentario e complesso. Lo stesso terrorismo islamico si è evoluto nel tempo: come?

Saggio breve sul terrorismo islamico: svolgimento

Non esiste un solo tipo di terrorismo, ma diversi, generalmente legati a motivi politici, economici, ideologici o pseudo-religiosi, ma prevalentemente sono fenomeni interni a uno Stato (dal terrorismo rosso e nero italiano all’ETA e IRA etc.). Anche il terrorismo islamico nasce inizialmente come fenomeno circoscritto a livello nazionale o regionale, che ha origine in seguito al fatto che molti Paesi islamici, come l’Iran, l’Egitto, i Paesi del Maghreb e la Siria, dopo essersi liberati dal colonialismo, hanno cercato di ‘occidentalizzarsi’ copiando i sistemi politici, le leggi e la cultura e i costumi dell’Occidente. Per opporsi a questa “deriva” di “corruzione” e “infedeltà”, ha iniziato a diffondersi il “fondamentalismo islamico”, che ha portato a una rottura interna nel mondo musulmano. Il fondamentalismo islamico, tuttavia, non si basa su una reale difesa della religione islamica, ma la utilizza come strumento per dividere il mondo musulmano dal mondo Occidentale per fini di tipo politico ed economico. Quando il terrorismo islamico ha assunto valenza a livello internazionale? La prima espressione di questo fenomeno si ebbe in Europa nel settembre 1972, quando il gruppo Settembre Nero attaccò la delegazione israeliana alle Olimpiadi di Monaco. La fine del blocco sovietico e l’affermarsi del processo di globalizzazione hanno reso anacronistiche le classiche lotte politiche e ideologiche, ma sono la causa dell’emergere di nuove forme di terrorismo internazionale più fluide, che sono andate a esacerbare il fenomeno del colonialismo e dell’invasore occidentale. In questo contesto, emerge la figura di Osama Bin Laden, che fondò l’organizzazione terroristica Al Qaeda ispirandosi all’ideologia fondamentalista basata sulla identificazione dell’Occidente con Satana sostenuta da teorico egiziano Sadyyid al-Qutb e all’importanza della jihad teorizzata dall’ideologo palestinese Abdallah Azzam. Al Quada nasce come un’organizzazione che utilizza il martirio (coloro che si suicidano per commettere un attentato si fanno chiamare “shaid”, ossia martiri, da noi chiamati erroneamente kamikaze) e la violenza con l’obiettivo di instaurare lo Stato islamico in ogni Paese musulmano e distruggere l’Occidente. È così che si arriva agli attentati dell’11 settembre 2011, momento di massimo scontro tra fondamentalisti islamisti e occidentali, a cui hanno fatto seguito una serie di attentati in Europa, come quello alla metropolitana di Madrid nel marzo 2004 e a Londra a luglio 2005. Ma tanti sono anche gli attentati nei Paesi musulmani, dal Marocco alla Turchia, dalla Tunisia all’Indonesia, tanto che un rapporto delle Nazioni Unite "Atti del Convegno" del 2010 si chiedeva quale fosse il vero obiettivo di queste stragi indiscriminate. Infatti ogni gruppo locale ha avuto poi finalità diverse, come il terrorismo ceceno che mirava a minare l’autorità di Mosca, mentre i terroristi Palestinesi desideravano la cacciata degli israeliani. Nonostante la guerra in Afghanistan condotta dagli Stati Uniti e le altre potenze occidentali alleate, Al Qaeda è stata in grado di resistere per oltre sei anni e rigenerarsi "ad un livello mai visto dal 2001" , creando “il più grande campo di addestramento mai visto”, come riportava l’ONU. Tuttavia, il potere di Al Qaeda è andato ridimensionandosi su scala mondiale (seppur sia attivo sempre in diversi Paesi dell’Africa e del Medio Oriente) in seguito all’uccisione del suo leader, Osama Bin Laden, avvenuta nel 2011. La nuova minaccia terroristica per l’Occidente oggi è rappresentata dall’Isis, ossia dall’autoproclamatosi califfato islamico guidato da Abu Bakr al-Baghadadi dopo l’inizio della guerra civile in Siria. Lo Stato Islamico dell’Iraq e della Siria, nato il 29 giugno 2014, oggi occupa un’aria compresa tra la Siria nord-orientale e l’Iraq occidentale con Raqqa capitale. Tuttavia, i suoi confini sono variabili in quanto è sempre in corso una guerra su più fronti. Oltre a combattere per il controllo dei territori mediorientali fino all’Africa (grazie anche ai vari gruppi terroristici locali alleati), l’Isis conduce un’azione parallela di reclutamento di foreign faighters occidentali che siano disposti a commettere attentati in Occidente. Rispetto ad Al Qaeda, l’Isis ha compiuto un altro passo avanti nella strategia del terrore. Mentre Al Qaeda cercava prevalentemente di colpire obiettivi sensibili, civili o militari, con attacchi spesso organizzati e complessi, l’Isis ha come obiettivo quello di diffondere il terrore colpendo gli occidentali nei luoghi in cui si sentono più al sicuro, come bar, cinema o supermercati, con qualsiasi mezzo sia a disposizione, dalle armi ai tir lanciati sulla folla come accaduto a Nizza o a Berlino nel 2016 o a Londra la scorsa settimana. Anzi, dal punto di vista degli attentati, sembra anche che la strategia dell’Isis si sia evoluta nell’ultimo anno: mentre gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 erano stati organizzati con cura e prevedevano il martirio degli attentatori, i successivi attentati sono stati per lo più opera di lupi solitari che agivano in nome dell’Isis con i mezzi che avevano a disposizione (questo anche dovuto al fatto che l’Isis ha perso territorio e potere in Siria). Tuttavia, la forza dell’Isis sta anche nell’uso sapiente di Internet, fonte indispensabile per promuovere la loro propaganda e per reclutare adepti alla causa in tutto il mondo.

Saggio breve sul terrorismo islamico: conclusione

La strategia dell’Isis si caratterizza per attacchi poco sofisticati, ma letali che si basano sul coinvolgimento di piccole cellule o persino singoli individui spesso indottrinati via internet o nelle carceri dei Paesi occidentali. Queste modalità di attentato stanno creando non pochi problemi alle intelligence degli stati, in quanto è difficile prevedere gli attacchi di queste mine vaganti. Inoltre, la strategia di colpire non grandi simboli, ma qualsiasi luogo, da un marciapiede a un bar di periferia, aumenta il senso di panico e di insicurezza nelle persone, che sembra richiedere un atteggiamento più forte e nazionalistico allo Stato, considerato spesso inadatto nel rispondere a questa nuova minaccia. Il giornalista Cordero di Repubblica si auspicava che avvenisse un “confronto tra politica, operatori del diritto (magistrati, avvocati) e operatori della sicurezza abbia luogo. Per ricostituire quel compromesso tra stato di diritto e sicurezza nazionale che in Italia, proprio in uno dei momenti più cupi e pericolosi della storia recente dell'Occidente, è venuto meno”. Tuttavia, sembra che oggi più che mai serva una strategia coordinata a livello europeo e forse occidentale che non si risolva in una chiusura di frontiere o condanna dei professanti di una religione. Far venire meno quel clima di pace e libertà che ha dominato negli ultimi settant’anni in Occidente, sfruttando un odio indistinto nei confronti dei musulmani, come arma per creare una nuova frattura tra mondo islamico e Occidente, è esattamente l’obiettivo dei terroristi. E non possiamo permetterlo. Non perderti tutte le news risorse per lo svolgimento delle Tracce della Prima Prova 2018:
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